Matteo Lepore, sindaco di Bologna, ha licenziato i quattordici tecnici del Comitato tecnico scientifico che ha lanciato l’allarme in merito al rischio di crollo della torre della Garisenda.“Il Cts cessa di esistere”, ha annunciato come riportato da La Verità in una conferenza stampa. Al primo cittadino non è andata giù la comunicazione ai media del codice rosso. Ma non solo. Pare infatti che non ci siano state neanche proposte diverse dall’evacuazione per ottemperare al problema. “Se una decina dei migliori strutturasti di questo Paese non ha saputo dirmi quale sia la soluzione, non posso certo dirlo io”, ha aggiunto.



Per mesi l’esponente del Pd ha ribadito che il rischio crollo non sussiste. “L’allerta è gialla e non abbiamo motivo di incrementare la soglia di allarme”, ha affermato. I tecnici tuttavia erano di parere diverso e volevano alzare l’allerta a rossa in virtù delle “fessurazioni e spanciamenti” presenti. In una relazione era stato sottolineato anche come la situazione si fosse “sensibilmente aggravata” in virtù del fatto che le “deformazioni” stavano aumentando con velocità “nella direzione opposta rispetto a quella in cui la torre pende storicamente”. La probabilità di collasso era stata stimata all’1,5%, un valore ritenuto “inaccettabilmente elevato”.



Sindaco di Bologna licenzia tecnici dopo allarme crollo per torre della Garisenda: cosa succede ora

Matteo Lepore, sindaco di Bologna, dopo avere licenziato i quattordici tecnici del Comitato tecnico scientifico che avevano lanciato l’allarme in merito al rischio di crollo della torre della Garisenda, ora è intenzionato a costituire una nuova task force. “Sarà un comitato di restauro con poche persone massimamente competenti e dovrà decidere in fretta. Se bisogna smontarla e rimontarla, sono pronto”, ha annunciato ancora in conferenza stampa. C’è dunque attesa per il parere degli esperti.



La querelle tuttavia evidenzia che si sarebbe potuto agire in modo diverso in questi anni. A sottolinearlo è stato anche il viceministro delle Infrastrutture, Galeazzo Bignami: “La mancata rilevazione dei dati per oltre un anno e mezzo ha purtroppo significato che questa situazione poteva essere monitorata e risolta prima. Come Governo faremo la nostra parte, ma l’intervento tecnico e la parte strutturale spettano al Comune”.