«Altre statue imperialiste potrebbero essere rimosse dalle strade di Londra»: a parlare così non è il leader dei manifestanti anti-razzisti che nei giorni scorsi hanno abbattuto la statua di Edward Colston a Bristol per esprimere “vicinanza” a George Floyd, ma il sindaco di Londra Sadiq Khan. Nel giorno dei funerali dell’afroamericano 46enne ucciso da un poliziotto di Minneapolis, il primo cittadino inglese lancia un messaggio “shock” dopo che nei giorni scorsi il movimento “Black Lives Matter” aveva stilato una lista di statue «razziste e schiaviste» da abbattere al più presto. Invece che replicare duramente che non solo è contro la legge abbattere monumenti pubblici ma è anche un affronto a personalità che hanno fatto la storia del Regno Unito, Khan ha imbracciato la causa anti-razzista “del momento” aprendo una pericolosa breccia per gli anni a venire. Dopo le violente e illegali dimostrazioni di violenza avvenute negli scorsi giorni nelle piazze di Londra e non solo – a fianco delle proteste civili e pacifiche che semplicemente chiedevano giustizia per una vittima innocente dell’indegno sopruso della polizia Usa – fa discutere e non poco la “lista revisionista” che vorrebbe abbattere Oliver Cromwell, Re Giacomo II e addirittura Winston Churchill, già “marchiato” dopo le manifestazioni di giugno con la scritta «era razzista».
LA CENSURA REVISIONISTA DEL SINDACO DI LONDRA
Gli attivisti “pro-George” chiedono con forza che una serie di personaggi storici del passato inglese – oltre ai già citati, anche Cecil Rhodes, Sir John Cass, William Beckford, Robert Milligan, Sir Thomas Guy, l’ammiraglio Horatio Nelson, il corsaro Francis Drake e tanti altri ancora – vengono del tutto eliminati in modo da «affrontare la verità sul suo passato». È stata creata una mappa interattiva intitolata «Rovesciare i razzisti» e vede il movimento Stop Trump Coalition a sostegno del ben più vasto “Black Lives Matter” impegnato nel chiedere al Governo Johnson (il cui premier tra l’altro si è speso nei giorni scorsi con un discorso accorato e profondamente anti-razzista, ndr) l’abbattimento di tutte questi monumenti. Il sindaco di Londra, di origini pakistane, ha spiegato alla stampa inglese di voler istituire una commissione per garantire che i monumenti della capitale britannica «riflettano la sua diversità»: insomma, se le statue sono “antirazziste friendly” possono rimanere, altrimenti evviva il giacobinismo dei tempi moderni.
La Commissione per la diversità – spiega l’Associated Press – esaminerà statue, murales, la street art, i nomi delle vie e altri monumenti «e valuterà quali lasciti debbano essere celebrati». Non solo, è lo stesso Khan a ribadire «È una scomoda verità che la nostra nazione debba gran parte della propria ricchezza al suo ruolo nel commercio di schiavi. Mentre ciò si riflette nel nostro regno pubblico, il contributo di molte delle nostre comunità alla vita nella nostra capitale è stato volontariamente ignorato». Statue, vie e monumenti simbolo potrebbero essere a forte rischio: a onor del vero, Sadiq Khan in un “rigurgito” di storiografia inglese ha sostenuto che sebbene Winston Churchill «abbia espresso opinioni razziste nel sostenere l’impero britannico» la sua statua debba rimanere in piedi. Ma ora è tutto in mano alla Commissione che comincerà al più presto l’insolita – e oseremmo dire inquietante – “censura revisionista“.