La Russia prosegue spedita la produzione del vaccino, il suo famoso Sputnik V in onore delle missioni spaziali che si consumarono in particolare durante gli anni della Guerra Fredda. Secondo quanto riferito nella giornata di ieri da parte di Serghei Sobyanin, il sindaco di Mosca, entro l’anno verrà eseguita una vaccinazione di massa: “Una seria vaccinazione di massa – le parole riportate dall’agenzia nazionale Tass, rilasciate all’emittente televisiva Canale 1 – avrà molto probabilmente luogo alla fine di quest’anno o all’inizio del prossimo”. Lo stesso primo cittadino moscovita, nelle ore precedenti il grande annuncio, aveva fatto sapere di essersi già sottoposto al vaccino, e di sentirsi bene, senza alcun effetto collaterale. “Per dare vigore ai miei colleghi – aveva detto a riguardo -. ed essere sicuri che abbiamo aperto una finestra di opportunità in questa situazione, ovvero, che in Russia è veramente comparso un nostro efficace vaccino nazionale, ho preso questa decisione. Mi sento bene, Dio voglia che sia così anche più in avanti”.
CORONAVIRUS, ANNUNCIO DEL SINDACO DI MOSCA E IL PARERE POSITIVO DI LANCET
Secondo quanto affermato da Kirill Dmitriyev, capo del Fondo russo per gli investimenti diretti, il cosiddetto Rdif, entro il mese di novembre inizierà la produzione del vaccino russo al di fuori della stessa nazione, di modo che la cura possa giungere anche ai paesi stranieri: «Abbiamo accordi con l’India, il Brasile e molti altri Paesi – le parole di Dmitriyev in un briefing per la stampa – perché siamo veramente concentrati sulla possibilità di esportare questo vaccino, prodotto al di fuori della Russia, sui mercati esteri già a novembre, grazie alla meravigliosa tecnologia sviluppata dal Gamaleya Institute. Grazie al sorprendente lavoro che l’Istituto Gamaleya sta facendo – ha aggiunto e concluso Dmitriyev – vediamo che non solo 20, ma circa 30-40 Paesi sono interessati ad acquistare questo vaccino». Il vaccino Sputnik V è stato esaminato ieri dalla rivista scientifica più prestigiosa al mondo, Lancet, che ha evidenziato “un buon profilo di sicurezza senza eventi avversi per 42 giorni”, e “una risposta degli anticorpi entro 21 giorni“. Il vaccino, quindi, funziona.