Abbiamo da poco superato una violenta pandemia da covid e tempo neanche un paio di mesi negli uffici dell’OMS si è iniziato a parlare di una presunta ‘Malattia X’; mentre ora dal Giappone arriva un nuovo allarme per un preoccupante boom di casi della cosiddetta sindrome da choc tossico streptococcico, tra le più mortali conosciute e già responsabile di un vero e proprio ‘record’ di contagi. Le notizie che arrivano dal Giappone per ora sono ancora piuttosto raffazzonate e gli esperti sembrano brancolare nel buio per quanto riguarda la ragione del boom di casi di sindrome da choc tossico, mentre l’unica certezza è che fino ad ora (con i dati più recenti che risalgono ad inizio mese) sono già morte 77 persone nella sola Tokyo, a fronte di circa 977 casi individuati su tutta la popolazione.



Numeri che sembreranno per certi versi esigui, ma non se si considera anche che il precedente record di infezioni risale addirittura al 1999, quando furono contagiate 941 persone nell’arco di tutti e 12 i mesi e ne morirono 97. L’ipotesi più accreditata è che il nuovo boom della sindrome da choc tossico potrebbe essere legata ad una nuova variante – il Fatto Quotidiano cita il ceppo M1UK – che si è sviluppata per ragioni ignote; ma le analisi e le indagini sono ancora in corso e nei prossimi giorni (o forse mesi) potremo avere delle risposte un pochino più sicure.



Cos’è la sindrome da choc tossico, con quali sintomi si manifesta e come si può curare

Con tutti questi morti e contagi sorgeranno spontanee alcune domande sulla natura, sulla contagiosità e – soprattutto – sulle cause, le cure e la mortalità della sindrome da choc tossico, fino ad ora quasi del tutto ignota, almeno in Italia. Il punto da cui dobbiamo partire è la causa, associata allo Streptococco pyogenes – meglio noto semplicemente come ‘streptococco A‘ – che a differenze nel normale decorso della malattia ha un epilogo raro ed estremamente grave. Di norma, lo streptococco causa malattie lievi come le tonsilliti, oppure le farangiti, ma quando il batterio riesce a penetrare i tessuti profondi entrando nel flusso sanguigno, potrebbe causare un’infezione grave nota come ‘malattia invasiva da Gas‘ che a lungo andare può portare anche alla sindrome da choc tossico.



I sintomi più comuni vanno dalla semplice febbre, fino al vomito e ai dolori muscolari ed è proprio questa la ragione per cui in alcuni casi è difficile riconoscere la sindrome al volo per intervenire tempestivamente: non a caso il CDC statunitense stima che statisticamente almeno tre persone su 10 infette dallo streptococco e che già si trovano nella condizione di choc tossico muoiono. Le cure – e qui ci riferiamo ancora una volta al parere del CDC per precisare che l’infezione “può essere mortale anche con il trattamento” – vanno dalla massiccia somministrazione di antibiotici, fino alla somministrazione di fluidi e farmaci per ristabilire la pressione sanguigna. Un altro aspetto fondamentale da tenere a mente è che la sindrome da choc tossico si rivela mortale soprattutto per i pazienti che già soffrono di condizioni gravi come il diabete o il cancro che causano una riduzione degli anticorpi e potrebbero portare alla cosiddetta ‘fascite necrotizzante’ che causa la perdita degli arti.