Il “richiamo di Singapore” è il titolo scelto dal Financial Times per parlare di quella che viene definita la “Svizzera d’Asia” per i cinesi. Come spiegato dagli esperti, le tensioni a livello geopolitico hanno accresciuto l’attrattiva della città-stato come avamposto finanziario e porto sicuro, anche se resta qualche dubbio sulla sua neutralità. Tanti i dati che confermano la tendenza, a partire dal numero di Rolls-Royce immatricolate: record nel 2022, con liste d’attesa che sfociano in anni. Vere e proprie sacche di estrema ricchezza, con centri commerciali di lusso e uffici dedicati alle attività economiche. E gli acquirenti sono prevalentemente cinesi.
Aziende e famiglie cinesi vedono Singapore come la nave che può guidarli attraverso una serie di tempeste previste. La conferma arriva da banchieri, avvocati e commercialisti, gente in prima linea. Ma non è tutto. Singapore, infatti, è sempre più luogo vitale per l’interazione con gli avamposti di Wall Street e dell’industria finanziaria globale. Per questo motivo la definizione di “Svizzera d’Asia” non è campata in aria.
Singapore, la Svizzera d’Asia
L’unico interrogativo posto dal FT fino a che punto Singapore tollererà di essere la Svizzera con caratteristiche cinesi. “Questo è un drammatico ed epocale riallineamento della ricchezza in Asia. Il capitale si sposta il più rapidamente possibile verso le destinazioni più sicure con il più alto tasso di rendimento. In Asia, quel posto è sempre più Singapore”, afferma Drew Thompson della Lee Kuan Yew School of Public Policy di Singapore. E il cambiamento in atto nel paese è palpabile, con lo status di hub finanziario asiatico doppiamente rafforzato dall’afflusso cinese: il numero di fondi familiari cinesi è salito da una manciata a 600 nel giro di pochi anni. Solo nell’ultimo anno sono state registrate 500 nuove aziende, pronte a dialogare con altri Paesi – India in testa – scavalcando gli ostacoli burocratici del caso. Inoltre, c’è un aumento esponenziale degli affari per i gestori patrimoniali privati e di altri servizi finanziari: anche per questo motivo le più grandi banche d’investimento statunitensi, europee e giapponesi hanno deciso di spostare le sedi da Hong Kong a Singapore. “Penso che molti clienti della Cina continentale vedano ancora Singapore come una scommessa a lungo termine più sicura rispetto a Hong Kong per alcuni motivi. La prima è la stabilità politica, la seconda è la stabilità economica e, infine, il suo crescente status di hub finanziario dell’Asia”, le parole di Kia Meng Loh, co-responsabile delle pratiche di private wealth e family office presso Dentons Rodyk.