Singapore dice stop al bollettino Covid: una decisione a suo modo storica, che lo rende il primo Paese al mondo a rinunciare alla conta quotidiana dei nuovi casi di positività. La notizia è stata riportata dalla testata “Tempi”, che spiega come le autorità locali abbiano spiegato di non potere sradicare il virus, ma, contestualmente, di potere trasformare la pandemia “in qualcosa di molto meno minaccioso, come l’influenza e la varicella, andando avanti con le nostre vite”. Non solo: i vertici politici hanno sottolineato come difficilmente nel mondo si riuscirà a centrare l’obiettivo trasmissione zero.



Così, dopo un anno e mezzo di pandemia e con il virus SARS-CoV-2 che potrebbe non sparire mai, i membri della task force di Singapore hanno dichiarato al giornale “Straits Times” quanto segue: “La cattiva notizia è che il Coronavirus potrebbe non scomparire mai. La buona notizia è che è possibile conviverci normalmente. Ciò significa che molto probabilmente diventerà endemico, continuerà a mutare e quindi a sopravvivere nella nostra comunità”. Esattamente alla stregua di un’influenza stagionale, tradotto in altri termini.



SINGAPORE, ADDIO BOLLETTINO COVID: “PUNTEREMO SU MORTI E RICOVERI”

Sulla decisione di Singapore di interrompere il conteggio quotidiano dei casi di Coronavirus, “Tempi” riporta altre dichiarazioni delle autorità locali, che spiegano come il numero dei ricoverati per influenza possa essere enorme, ma, poiché le probabilità di ammalarsi gravemente di influenza sono basse, le persone convivono con essa. Dunque, “possiamo lavorare a un risultato simile per il virus SARS-CoV-2”, partendo dalle vaccinazioni, con la data del 9 agosto cerchiata di rosso sul calendario: per quel giorno, due terzi della popolazione di Singapore dovrà essere vaccinata con ambedue le dosi.



Verrà altresì riservata grande attenzione alle cure, in quanto “disponiamo di molti agenti terapeutici efficaci nel trattamento dei malati critici, accelerando la guarigione e riducendo la progressione, la gravità e la mortalità della malattia”. Da ultimo, si farà ancora molto leva sulla responsabilità personale, ovvero sulle regole connesse all’igiene e al distanziamento, evitando così di protrarre un clima di terrore nel Paese asiatico e i collasso del sistema non soltanto sanitario, ma anche economico. Questo è il modello Singapore: sarà esportato anche altrove?