Sinisa Mihajlovic a Verissimo riceve una serie di videomessaggi di auguri da parte di amici e colleghi: da Walter Zegna a Cesare Cremonini fino a Zlatan Ibrahimović, il campione arrivato al Milan che aveva a lungo corteggiato per far arrivare nella sua Bologna. “Durante questa malattia ho ricevuto tantissimi messaggi di affetto, striscioni, la gente normale e famosa, con questa malattia, con quello che ho fatto ho riunito tutti e questa è una cosa bella” dice emozionato Sinisa, che non nasconde quanto l’affetto della gente lo abbia aiutato ad affrontare la malattia. “Tutta questa dimostrazione d’affetto mi hanno dato una forza enorme, di non mollare, di tenere duro e uscire fuori bene da questa malattia, non potevo deludere nessuno di loro, ma soprattutto la mia famiglia e me stesso” dice l’allenatore del Bologna. Sul finale arriva anche la moglie Arianna, che gli è stato sempre accanto. “Prima volta che l’ho vista ho pensato come sarebbero belli i nostri figli e da quella prima sera ci siamo conosciuti” racconta il campione che parlando della moglie dice “ho cercato di essere coi miei figli più affettuoso possibile, anche se ancora oggi ci sono cose che vorrei dire, ma ancora mi vergogno, quello che sento dentro non riesco a portarlo fuori”. Arianna dice: “ho sofferto molto, ma ho cercato di non fargli mai percepire che fossi preoccupata”. (aggiornamento di Emanuele Ambrosio)
Sinisa Mihajlovic: “Le mie figlie sono ragazze di una volta”
Sinisa Mihajlovic parla anche del rapporto con la moglie e con i figli. “Mia moglie vive con loro, da quando sono diventate grande non le porto più con me” dice l’allenatore del Bologna che non nasconde come la moglie sia stata fondamentale: “mia moglie combatte con loro, sono cinque e non è facile”. Poi Sinisa parla del rapporto con le figlie: “quando vado a casa tutto cade, le figlie femmine ti chiedono una cosa e dico andiamo, mia moglie si arrabbia perchè dice che non sono di parola. Cerco sempre di dare delle regole, prima ero uno che dava ordini, adesso do consigli, ma tutto il merito va a mia moglie per come sono cresciute e come sono. Sono tutti e cinque bravi ragazzi e questo è importante, ognuno ha il suo carattere, ma è gente che ha rispetto per gli altri, per se stessi, studiano tutti. In questi mesi ero quello che stavo male, ma ero io che dovevo dare forza a loro e cercavo di essere sempre positivo e sorridente”. Una menzione particolare per le figlie Viktorija e Virginia che definisce: “due brave ragazze, due ragazze di una volta”. Sinisa non nasconde di essere un padre geloso: “loro non mi hanno mai fatto mai conoscere i loro fidanzati non so perchè, Viktorija me ne ha fatto conoscere uno e non mi piaceva granché, Virginia sta con un ragazzo normalissimo”. (aggiornamento di Emanuele Ambrosio)
Sinisa Mihajlovic: piange per il papà: “il mio più grande rimpianto”
Prosegue a Verissimo il racconto di Sinisa Mihajlovic che da luglio scorso sta combattendo contro la leucemia. L’allenatore del Bologna si confida ai microfoni di Silvia Toffanin: “le più belle vacanze di Natale, sono stati 7-8 giorni bellissimi, dove mi sono goduto tutto. Abbiamo avuto fortuna di aver bel tempo, sono stato molto bene. E’ stato sicuramente il Natale più bello visto quello che ho passato”. Il campione poi parla del rapporto con la mamma: “mia madre si è arrabbiata con me, lei è come un tedesco, posso capire che hai pianto quanto stai male, ma adesso che stai per guarire che bisogno c’è? Poi è venuta a casa mia per prepararmi un pò di roba serba, quella roba ha il gusto forte e sentivo il sapore e con lei sono riuscita a recuperare chili. Poi sono tornato per il Capodanno e siamo stati bene in famiglia”. Poi Sinisa parla del padre scomparso dieci anni fa: “si, ci ho pensato tanto. Purtroppo mio padre non l’ho visto quando è morto ero in ritardo. Allenavo a Catania e per un giorno non potevo arrivare in Serbia e tornare indietro. Questo è il mio più grande rimpianto della mia vita, mi dispiace molto”. Sinisa commosso ricorda il papà: “l’ho sognato una sola volta” e rivela “vorrei fosse qui con me adesso. Bisogna goderseli i genitori”. (aggiornamento di Emanuele Ambrosio)
Sinisa Mihajlovic/ “Il trapianto del midollo è durato un’ora”
Sinisa Mihajlovic si racconta a cuore aperto a Verissimo da Silvia Toffanin. L’allenatore del Bologna si sofferma in particolare sugli ultimi mesi della sua vita rivoluzionata dalla scoperta della malattia. Lo scorso luglio, infatti, Sinisa ha scoperto di avere la leucemia e l’ha rivelato a tutti durante una conferenza stampa. Nonostante tutto però lo sportivo ha un messaggio positivo per tutti: “Non bisogna vergognarsi, fa parte della vita, l’importante non è perdere mai la voglia di vivere e combattere”. Poi Sinisa non nasconde che il merito è sicuramente dei medici: “hanno indovinato cure, il merito è tutto dei dottori che hanno trovato le misure giuste su chemioterapie perchè succede che devono cambiare, organismo non reagisce bene. Io fortunatamente da quel punto di vista non ho avuto alcun tipo di problema”. Il campione parla anche dell’intervento a cui si è sottoposto: “il midollo doveva arrivare da un paese straniero, per me era una cosa che arrivava sicuramente poi ho pensato che potevano esserci delle complicazioni e slittava tutto. Infatti è andato tutto bene, è durato un’ora. Ti mettono questo midollo che è un pò meno rosso del sangue e te lo mettono come una trasfusione, in un’ora abbiamo fatto tutto. 5 giorni di chemio che era più forte, ma era una preparazione per il trapianto”. (Aggiornamento di Emanuele Ambrosio)
Sinisa Mihajlovic: “La malattia? Non bisogna vergognarsi”
Sinisa Mihajlovic ai microfoni di Silvia Toffanin racconta la scoperta e la lotta contro la leucemia. Dalla scoperta alla paura di morire: “di leucemia si muore o si può anche vivere, adesso con progressi che hanno fatto si può fare, bisogna fare subito esami e tutto e da là è partito tutto”. Non solo, l’allenatore del Bologna ha anche raccontato come l’ha comunicato alla famiglia: “a mia moglie non sapevo come dirlo, l’ho detto in Sardegna e anche per loro non è stata facile. Meglio dirlo che non dirlo”. Tante le difficoltà affrontate dall’ex campione: “la cosa peggiore è che devi stare per molto tempo in ospedale che devi fare tutte le cure; ho fatto cure molto pesanti perché diciamo che cinque giorni di chemioterapia, in 5 giorni ne ho fatte 13. Stavo bene fisicamente, quindi loro hanno subito ammazzato dentro”. Sinisa racconta come le chemio siano state difficili, nonostante fosse in condizioni fisiche ottime: “mi sono venuti attacchi di panico, mi mancava l’aria, ero chiuso in questa stanza con aria filtrata, tutto filtrato, non potevo uscire, avevo sempre febbre alta. I primi giorni sono stati peggiori”. L’allenatore poi guarda il filmato della sua presenza in campo durante la prima partita di campionato di Serie A: “avevo fatto loro una promessa e non potevo mancare”. Il campione parla come sia importante nella vita non vergognarsi della malattia: “Sono un uomo normale, come tutti gli altri. Non bisogna vergognarsi, fa parte della vita, l’importante non è perdere mai la voglia di vivere e combattere. Ho dato la forza e per me questo è la cosa più importante; dare la speranza alla gente che uno può stare male, ma bisogna sempre lottare, non bisogna avere rimpianti. Devi cercare comunque di dare sempre tutto e dare il massimo”. (aggiornamento di Emanuele Ambrosio)
Sinisa Mihajlovic: “Leucemia? pensavo di non potermi mai ammalare”
Sinisa Mihajlovic si è raccontato per la prima volta a Verissimo ai microfoni di Silvia Toffanin. A distanza di pochi mesi dalla scoperta della malattia, l’allenatore del Bologna racconta la sua lotta contro la leucemia. “Mi sono ripreso un pò di lavoro mio perchè non mi piace star fermo, da una settimana ho ripreso un pò di pesi per tornare in forma” racconta Sinisa, che ha deciso di riprendersi ad allenare. “Sono dopo 4mesi e mezzo e 5 senza fare niente mi sono un pò gonfiato, allora cerco di fare tutto gradualmente, ma per adesso va tutto bene, sono molto contento” racconta l’ex campione che ricorda quando ha scoperto di avere la leucemia: “non è stata una bella notizia, io pensavo di non potermi mai ammalare, ma poi è successo quello che è successo. E’ stata una bella botta, per due giorni non potevo dire nulla a nessuno, non potevo dire nulla a mia moglie”. Una scoperta terribile iniziata con un semplice dolore all’adduttore, ma dopo alcuni esami degli sangue arriva la tragica notizia. (aggiornamento di Emanuele Ambrosio)
Sinisa Mihajlovic: gli attacchi di panico durante la chemio
Da questa estate, Sinisa Mihajlovic sta affrontando una dura battaglia contro la leucemia, ma il suo spirito rimane più che positivo. “Per adesso la sto vincendo, anche se devo fare attenzione. Sta andando tutto bene, non sto più prendendo il cortisone e questo è importante. Sono passati 78 giorni dal trapianto di midollo osseo e i primi 100 giorni sono i più critici. Poi dopo è tutto in discesa, bisogna avere pazienza ancora per una ventina di giorni ma superarli bene sarebbe già un bel traguardo”, ha detto a Verissimo, come scopriremo nella puntata che andrà in onda su Canale 5 nel pomeriggio di oggi, sabato 18 gennaio 2020. L’ex calciatore è soddisfatto dei risultati, anche perché non ha avuto complicazioni gravi e adesso è in netta ripresa. Ha persino iniziato ad allenarsi di nuovo per ripristinare le forze perdute, “perché dopo 4 mesi senza fare niente e prendendo 17 pastiglie al giorno mi sono un po’ gonfiato”, ammette.
SINISA MIHAJLOVIC, IL PRIMO CICLO DI CHEMIO
Il ct del Bologna ripercorre poi il complicato iter che ha dovuto affrontare: in cinque giorni ha fatto 13 chemioterapie, anche se già dal terzo il male era già sparito. “Il primo ciclo è stato il più pesante, mi sono venuti anche degli attacchi di panico che non avevo mai avuto perché ero chiuso in una stanza con l’aria filtrata: non potevo uscire e stavo impazzendo”, dice ancora. La rabbia ha preso il sopravvento e Mihajlovic sentiva un forte bisogno di prendersela con gli oggetti, che avrebbe voluto distruggere. L’intervento di moglie e infermieri e un calmante, gli ha permesso di ritornare più tranquillo. “Stavo male ma dovevo dare quella forza alla mia famiglia perché se mi avessero visto abbattuto sarebbe stato peggio”, aggiunge. Per questo l’allenatore non ha mai smesso di sorridere, preferendo non far preoccupare i suoi cari e fare finta di nulla. Una vera impresa, dato che non sempre si è trovato al top della sua forma fisica e mentale.
IL RICORDO DEL PADRE
Sinisa Mihajlovic non può che pensare a tutti coloro che stanno vivendo la leucemia sulla loro pelle e si trovano in difficoltà. Non si sente però un eroe, ma un uomo come tutti gli altri, con i suoi pregi e i suoi difetti. “Ho solo affrontato questa cosa per come sono io, ma ognuno la deve affrontare come vuole e può. Nessuno deve vergognarsi di essere malato o di piangere. L’importante è non avere rimpianti e non perdere mai la voglia di vivere e di combattere”, dice a Verissimo. Qualche nota stonata comunque rimane e il ricordo dell’ex calciatore non può che andare al padre, scomparso nel 2010. Non ha avuto modo di stargli affianco nei suoi ultimi mesi di vita e tutto questo rappresenta l’unico rimpianto che ha. “Spero che abbia capito”, aggiunge, “Quando hai i genitori noti tutti i difetti, io per esempio non sopportavo che facesse rumore quando mangiava, invece, quando poi non ci sono più ti mancano anche le cose che ti davano fastidio. Bisogna goderseli al massimo”.
L’ULTIMO NATALE IN FAMIGLIA DI SINISA MIHAJLOVIC
La famiglia non ha mai smesso di sostenerlo invece e nei ricordi più recenti e felici di Sinisa non può mancare l’ultimo Natale. Il più bello della sua vita, visto che poteva avere tutti i suoi affetti attorno. “C’era anche mia mamma”, svela, “che si è arrabbiata quando ho pianto durante la seconda conferenza stampa, però poi a casa mi ha preparato dei piatti serbi che sono molto saporiti e non li ho sentiti amari come quasi tutto il resto dei cibi. Grazie a lei ho recuperato un po’ di chili”. Anche se la malattia rappresenta l’ostacolo più recente che Mihajlovic ha dovuto affrontare, nel suo passato c’è la guerra dei Balcani, che ha avuto modo di vivere appieno quando era bambino. Ad oggi è sicuro che se si ha la forza di reagire ad un evento simile, “andare avanti nella vita è tutto di guadagnato perché capisci quali sono le cose importanti e sai che quello che può succedere è sicuramente meno peggio della guerra. Se la superi puoi battere qualsiasi ostacolo ma non la auguro a nessuno. Nel mio Paese dovevi essere forte non per scelta ma per obbligo: sono cresciuto così”.
IL RAPPORTO CON IBRAHIMOVIC
Oltre alla famiglia, per Sinisa ci sono stati anche gli ammiratori di sempre che lo hanno seguito nel corso della sua carriera oppure che stanno iniziando ad apprezzarlo come guida del Bologna. I messaggi di affetto non sono mancati, così come quelli dei colleghi, come Walter Zenga e Francesco Totti. “Prima ero uno che divideva, con questo problema ho unito tutti. Hanno guardato l’uomo più che l’allenatore e questo era l’importante”, sottolinea. Uno dei messaggi che gli rimangono nel cuore è quello di Zlatan Ibrahimovic: non andrà a giocare nel Bologna, ma questo non gli ha impedito di esprimere la sua vicinanza con un augurio importante e con la speranza di vederlo presto in campo. “Ibra è come un fratello”, dice Sinisa, “da giocatori ci siamo anche scontrati, poi siamo diventati amici. Mi è dispiaciuto che non sia venuto qui, ma capisco la scelta del Milan, anche se da noi si sarebbe divertito di più. Abbiamo un carattere molto simile e molto forte. Sono contento sia tornato in Italia, speriamo solo che contro di noi non possa giocare a causa di qualche ammonizione, così avremo un problema in meno!”.