Il 23enne figlio di Sinisa Mihajlovic, Miroslav Mihajlovic, ha ricordato oggi ai microfoni di Quotidiano Nazionale il padre, scomparso un anno fa. «Una settimana prima di morire, abbiamo fatto dieci chilometri di camminata, io e lui, sotto la pioggia. È iniziato a diluviare, ma lui niente. Ha detto: aspettiamo finisca e ripartiamo. Era magrissimo, tutti al posto suo sarebbero rimasti a letto. Lui, no, era un leone in gabbia», le parole del giovane. Il ragazzo ha da poco iniziato la carriera da allenatore calcistico, guidando i ragazzini dell’Urbetevere: «È stato un anno difficile – ha precisato ancora Miroslav Mihalovic – ma andare al campo mi ha aiutato e mi aiuta molto, perché mi dà modo di staccare e allo stesso tempo di rimanere legato a lui, di tenerlo vicino»
E ancora: «Papà mi ha insegnato a seguire le mie passioni. So di avere un cognome pesantissimo e so che sarà sempre così. Ma non mi pesa, perché amo questo lavoro. Ho provato anche la strada da calciatore, sono arrivato fino alla Primavera della Samp, poi ho capito che non faceva per me. Essere “figlio di” mi pesava molto in quel contesto. Soprattutto in Italia è molto difficile gestire questa eredità, la gente parla tanto: se non giochi è perché sei scarso; se giochi, sei raccomandato. Devi lavorare il doppio degli altri. Ammiro Federico Chiesa e Daniel Maldini che, nonostante il paragone con i genitori, sono arrivati in alto. Io vado avanti come Miro». Sul tristemente noto 16 dicembre 2022 Miroslav Mihajlovic racconta: «Eravamo pronti alla cosa, ma puoi essere preparato quanto vuoi: quando arriva quel momento, è dura. Ci scrivevano e ci chiamavano tutti, mentre magari in quel momento tu vorresti solo sparire. Ma ringrazio i tifosi e chi ci è stato vicino, come Deki (Dejan Stankovic, ndr): lui e papà erano fratelli, per noi è uno zio, c’è sempre stato e sempre ci sarà. Così come Ibra, è stato molto carino con noi».
SINISA MIHAJLOVIC, LE PAROLE DEL FIGLIO MIROSLAV: “MAMMA NON SI FA VEDERE CHE STA MALE”
Arianna, moglie di Sinisa Mihajlovic, e mamma di Miroslav, ha cercato di nascondere il dolore: «Mamma non ci fa vedere che sta male, perché è una donna forte. Ma io so che lo fa per noi, so cosa prova. Io e miei fratelli cerchiamo di farla stare meglio». Miro ha deciso di ricordare sulla propria pelle Sinisa facendosi tatuare il papà nel gesto iconico del calciare la punizione, lui che era un maestro dei calci piazzati: «il suo gesto tecnico per eccellenza. Ho un’ammirazione infinita per lui, tanto da inciderlo sulla mia pelle. Non era molto d’accordo sui tatuaggi, però facendomi il primo su di lui, non ha potuto sgridarmi».
Il 16 dicembre prossimo Sinisa Mihajlovic verrà ricordato in tanti modi negli stadi: «Non so i dettagli – precisa il figlio – mia madre domenica sarà al Dall’Ara per Bologna-Roma, invitata dal club, i miei fratelli saranno all’Olimpico per Lazio-Inter. Io dove sarò? In campo con l’Under 15 dell’Urbetevere, sono assistente del tecnico. Siamo primi in classifica. Devo esserci, è il mio lavoro: così avrebbe voluto mio padre».