SINISA MIHAJLOVIC: LA CARRIERA, AI VERTICI CON STELLA ROSSA E LAZIO DA CALCIATORE

La morte di Sinisa Mihajlovic sconvolge il mondo del calcio, che da tre anni e mezzo seguiva la sua lotta contro la leucemia. Il serbo ha lottato, ma alla fine ha dovuto arrendersi a un avversario più forte di lui, come raramente gli è successo nel corso di una carriera ricca di emozioni, prima da calciatore e poi da allenatore. Il primo grande ricordo di Sinisa Mihajlovic è quello legato alla Coppa dei Campioni vinta nel 1991 con la Stella Rossa di Belgrado, che era un concentrato di talenti straordinari che però andò incontro alla dissoluzione della Jugoslavia unita, con tutto quello che ne conseguì anche a livello calcistico. Nel 1992 ecco allora lo sbarco in Italia e precisamente alla Roma, esperienza nobilitata dalla vittoria di una Coppa Italia (con gol in finale contro il Torino) ma globalmente non esaltante.



Possiamo allora dire che Sinisa Mihajlovic esplose con la Sampdoria, mettendosi in luce anche come straordinario specialista dei gol su calcio di punizione, qualità che confermerà anche nei ben sei anni alla Lazio, dal 1998 al 2004, i più felici della sua carriera, con le vittorie di uno scudetto, una Coppa delle Coppe, una Supercoppa Europea, due Coppe Italia e altrettante Supercoppe Italiane. Difensore molto duro e di grande personalità, fu protagonista di episodi quali gli insulti razzisti a Patrick Vieira e uno sputo ad Adrian Mutu, ma anche di gesti tecnici memorabili sui calci piazzati, dal gol che permise alla Lazio di espugnare Stamford Bridge, casa del Chelsea, a una incredibile tripletta tutta su punizione contro la sua ex Sampdoria. A Mondiali in corso, ricordiamo che Mihajlovic segnò su punizione anche in Jugoslavia Iran nel girone di Francia 1998.



SINISA MIHAJLOVIC: LA CARRIERA, BOLOGNA NEL CUORE DA ALLENATORE

Nel 2004 Sinisa Mihajlovic segue l’amico Roberto Mancini all’Inter, dove vive le sue ultime due stagioni da calciatore, con un gol su punizione ancora da ricordare in finale di Coppa Italia contro la Roma, ma anche le prime due dall’altra parte, dal 2006 al 2008 come vice appunto del Mancio. La prima esperienza da titolare in panchina fu proprio a Bologna, poi Sinisa Mihajlovic ha allenato anche Catania e Fiorentina prima di diventare commissario tecnico della sua sempre amata Serbia. L’amore per l’Italia tuttavia può essere considerato praticamente identico, così rieccolo da noi nel 2013 per allenare la Sampdoria, unica società per la quale ha lavorato sia da calciatore sia da allenatore.



Ecco poi l’esperienza al Milan, che consente a Sinisa Mihajlovic di essere passato sia da entrambe le società romane sia da entrambe le milanesi (a proposito di personalità), anche se quello era un Milan minore, che gli diede poche soddisfazioni. Ecco poi il Torino ed infine il ritorno a Bologna, dove quindi la carriera da allenatore è iniziata e finita per il serbo, con l’esonero di appena tre mesi fa. Era già tecnico dei rossoblù nel luglio 2019, quando Sinisa Mihajlovic diede a tutti la notizia di essere malato di leucemia. Il resto è storia recente, sembrava esserci stato il lieto fine ma purtroppo una ricaduta ha avuto la meglio. Resta indelebile un dato: Sinisa Mihajlovic ha segnato 28 gol su punizione in Serie A, ancora più impressionante se si pensa che parliamo di un difensore. Uomo vero, mai banale, con una grande famiglia sempre al suo fianco: oggi è un giorno davvero triste per il calcio…