L’altro giorno, durante un’aggressione all’Università Statale di Milano da parte di gruppetti, sedicenti di sinistra, che hanno impedito una conferenza organizzata da una lista studentesca promossa da cattolici, si sono sentite risuonare anche bestemmie, come fossero un grido di battaglia.
Da sempre la bestemmia, più che un grido di battaglia, è coincisa con un grido di dolore dopo un evento indesiderato: tipo quando ti sei picchiato un dito con un martello, tipo quando l’arbitro ha dato un rigore che non c’era contro la tua squadra. In verità, in quel momento, l’ultimo pensiero era coscientemente rivolto a Dio, la Madonna e tutti i Santi.
In verità la bestemmia, a pensarci bene, è oggettivamente la più chiara espressione di imbecillità. Infatti se credi in Dio, anche quando non capisci perché ti manda certe disgrazie, puoi lamentarti, ma insultarLo proprio non è il caso. Se poi, come probabilmente quegli aggressori sedicenti di sinistra, ti proclami ateo, con chi te la prendi: col nulla cui pensi di essere destinato?
Non a caso, nella maggior parte delle lingue la bestemmia proprio non esiste: ad esempio nella lingua russa le offese alla divinità sono sostituite con una serie di imprecazioni da fare invidia a qualche vecchio scaricatore di porto rivolte contro la madre altrui. Infatti da queste viene il verbo “materitsia” che spesso i nostri traduttori traducono con “bestemmiare” ma che in verità si riferisce alla madre.
D’altra parte, se da noi la bestemmia dovrebbe essere punita, e non solo sui campi di calcio, in molti Paesi musulmani prevede addirittura la pena di morte e lì spesso si considera bestemmia anche qualsiasi atto che sembri offensivo per il Corano e la religione.
In Italia si può bestemmiare per offendere. Si può impunemente (cioè senza essere minimamente puniti) interrompere un’assemblea in una università che si definisce pubblica, anzi, in quell’occasione, si sono sentiti cori “fuori CL dall’università”, che ricordano molto quelli dei fascisti contro gli ebrei o quelli di certi estremisti islamici contro i cristiani che si ostinano a vivere in certi Paesi.
In questo senso ho parlato di gruppetti sedicenti di sinistra che, nei fatti e persino negli slogan (beata ignoranza) hanno fatto il verso a tradizionali ritornelli tipici dei fascisti. Del resto da tempo l’università che dovrebbe essere pubblica è stata privatizzata da questa gente verso la quale non si interviene per “evitare il peggio”.
Anche quando un gruppetto di seguaci di Mussolini partirono da piazza San Sepolcro a Milano per marciare su Roma non si intervenne per “evitare il peggio”. Purtroppo però, come sappiamo bene noi antifascisti veri, il peggio deve ancora venire.
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