“ISLAM NON SI INTEGRA ANCORA PERCHÈ ODIA GLI EBREI”: PARLA IL FILOSOFO ONFRAY

Gli attentati di Hamas contro i kibbutz in Israele dello scorso 7 ottobre hanno fatto riesplodere l’antico adagio della sinistra filo-palestinese in aperto scontro con lo Stato sionista di Israele: ne è convinto anche il filosofo Michel Onfray, andando a rinfocolare un dibattito in Francia che da giorni vede lo scontro culturale di alcuni intellettuali che non accettano le posizioni antisemite di partiti e leader politici sempre in opposizione alle politiche israeliane.



Onfray osserva le piazze in fermento e registra la sempre più rinnovata reazione antisemita delle aree della sinistra radical chic: dall’inizio della guerra in Medio Oriente ormai più di un mese fa sono già 1518 i casi antisemiti registrati in tutta la Francia, secondo i dati del Ministero. Intervistato da “La Stampa”, il filosofo anti-capitalista rintraccia le origini di una “ventata” di azioni contro persone e strutture ebraiche, identificando nell’europeismo annacquato della modernità un problema non da poco: «il rifiuto di sottoscrivere le tesi dello scontro della civiltà ha fatto prosperare in tutto questo tempo gli elementi che lo hanno reso possibile», spiega Onfray il quale in maniera schietta definisce l’Islam non in grado di integrarsi con la cultura giudaico-cristiana «proprio a causa del suo odio strutturale nei confronti degli ebrei»



IL J’ACCUSE DI MICHEL ONFRAY CONTRO LA SINISTRA CHIC EUROPEA

In questo contesto, le colpe della sinistra culturale e politiche sono totali secondo Michel Onfray: «si è venuta al mercato mondialista con l’Europa maastrichtiana», attacca il pensatore, vicino alle posizioni atee e alla costante ricerca di un’accettazione dalla cultura musulmana. Il tutto perdendo invece i legami fondanti della Francia moderna con il cristianesimo e l’illuminismo: «nessuno si preoccupa della Francia e dei francesi, men che meno il Presidente Macron che è terrorizzato da questo popolo nel popolo».

Secondo Onfray non è possibile far finta che non siamo in una piena guerra di civiltà, con l’Islam degli Iran e degli Hamas che ribadisce ogni giorno «l’intento di cancellare Israele dalla carta del mondo sterminando gli ebrei». In questo scontro costante, la sinistra ha una duplice colpa secondo il filosofo francese: proprio perché negava a suo tempo il pericolo – poi concretizzato – dello jihadismo, è riuscita ad aprire la strada all’«antisemitismo strisciante» di oggi: «la gauche insegue il voto dei musulmani e ha abbandonato le classi povere francesi, che vanno sempre più a destra».