Durante la giornata di ieri, martedì 26 novembre, come Obiettivo Studenti abbiamo organizzato un incontro dal titolo Accogliere la vita, storie di libere scelte. Alla sponsorizzazione dell’incontro è seguita, da parte di tante associazioni studentesche, la minaccia di sabotare e di interrompere l’incontro. È quel che purtroppo è accaduto ieri presso la sede di via Celoria 20 dell’ateneo da parte di alcune liste di rappresentanza della nostra università, che attualmente siedono in Senato accademico (come Studenti Indipendenti e UDU-Unione degli universitari, nonché giovanile della Cgil), accompagnate da alcuni collettivi come Cambiare Rotta, Rebelot, studenti e studentesse che stanno da settimane occupando un edificio sempre in via Celoria.



Dopo pochi minuti dall’inizio dell’incontro, membri di queste associazioni hanno iniziato a rumoreggiare e infastidire i presenti. Altri che erano fuori hanno fatto brutalmente irruzione in Aula, addirittura spingendo a terra e facendo cadere uno dei dirigenti della nostra università. Una volta entrati hanno iniziato con cori, bestemmie, insulti che auguravano addirittura la morte degli organizzatori dell’incontro e delle relatrici, fino a lanciare acqua all’organizzatore dell’incontro e a minacciare faccia a faccia una delle relatrici. Hanno persino staccato l’elettricità, il microfono e la luce all’aula.



Dopo mezz’ora di questa surreale situazione, che non dovrebbe verificarsi entro i luoghi di uno spazio pubblico come l’università, 300 studentesse e studenti che avevano dignitosamente atteso in silenzio per riprendere il loro incontro senza cedere alle provocazioni, sono stati costretti ad abbandonare l’aula.

Per noi un’università è e deve continuare a rimanere un luogo di dialogo, anche nel disaccordo, un luogo in cui il dialogo comune – che si è invece qui negato – possa far crescere nella comune ricerca della verità, nello studio nell’appartenenza alla società.

È inaccettabile che qualcuno, con fare totalitario e squadrista, pensi di poter dire ad altri che cosa pensare e che cosa no, che cosa si può dire e che cosa no, chi può stare in università e chi no: basta con la retorica del fuori qualcuno dall’università! Qualche mese fa doveva andare fuori dall’università chi la pensava diversamente sulla guerra, ora deve andarne fuori chi la pensa diversamente sui temi etici: noi crediamo che nessuno debba andare fuori dall’università, perché l’università deve essere per tutti un luogo di crescita, personale, culturale e poi della nostra società tutta.



È per questo che noi dalla nostra università non ce ne andremo e continueremo a fare rappresentanza nel tentativo di costruire un luogo che sia sempre di più per tutti, che accolga sempre di più le opinioni di tutti, perché è solo così che la nostra società potrà progredire e non tornare a un vecchio passato che speravamo di esserci lasciati alle spalle.

Non si tratta, tuttavia, soltanto di una questione di diritti violati, di libertà represse. A noi rimane una profonda tristezza perché impedendo il nostro incontro, ed eventualmente anche uno scontro dialogico, hanno impedito che tutti si potesse, nelle diverse posizioni, fare un passo in avanti verso la ricerca della verità, motivo per cui tutti siamo in università.

Chiediamo perciò, in ultimo, alla nostra università e a tutti coloro che in essa rivestono funzioni di rappresentanza, di prendere una posizione, di condannare quanto avvenuto, mandando un messaggio chiaro per evitare che ci siano altre tristi pagine come quella di ieri.

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