Il sociologo Luca Ricolfi in un’intervista per La Stampa ha ragionato sulla sinistra che, tanto in Italia quanto in Europa, sembra aver perso la bussola delle sue battaglie storiche, a favore di temi, soprattutto civili, che non sembrano piacere così tanto a quello che era il suo elettorato per antonomasia. L’inclusione, insomma, è un argomento delicato, che non piace ai ceti medi per diverse ragioni e che dovrebbe spingere i democratici a ragionare sulla loro stessa essenza.



L’inclusione della sinistra, spiega Ricolfi, non piace, tra le altre ragioni, “perché fra le categorie di cui si auspica l’accoglienza vi sono anche gli immigrati irregolari, che ai ceti popolari creano almeno tre problemi: pressione al ribasso sui salari, insicurezza nelle periferie, competizione nell’accesso al welfare”. In generale, inoltre, il problema è che i diritti civili sono trattati come “diritti naturali e universali, aspirazioni che non hanno ancora un riconoscimento giuridico che ne garantisce il godimento”. La conseguenza, spiega Ricolfi, è che la sinistra combattendo queste battaglie porta il suo elettorato ad “esigere dallo Stato” quei diritti, che non essendo (ancora) naturali ed universali creano “risentimento” a fronte di una promessa non mantenuta.



Ricolfi: “Sinistra deve allontanarsi dai diritti civili”

La sinistra negli anni, ragiona ancora Ricolfi, “ha abbandonato tre bandiere fondamentali: la difesa dei ceti popolari ‘nativi’, in omaggio all’accoglienza; la difesa della libertà di pensiero, in nome del politicamente corretto e delle minoranze Lgbtq+; l’idea gramsciana dell’emancipazione attraverso la cultura, con la distruzione della scuola e il rifiuto del merito“. Temi, questi, che hanno “depauperato il patrimonio ideale della sinistra”, finendo “per arricchire quello della destra”.



In questo contesto di crisi, Ricolfi suggerisce alle sinistre di guardare all’esempio di “Germania, Francia, Regno Unito, Danimarca, Svezia”, dove si stanno sperimentando nuove esperienze, culminate in quella definita “sinistra blu“, sui colletti blu degli operai. Questa “contende efficacemente il sostegno popolare alla destra perché incorpora sacrosante istanze securitarie, diffida del politicamente corretto, privilegia i diritti sociali rispetto a quelli civili, non ignora gli effetti anti-popolari della transizione green”. In altre parole, conclude Ricolfi, è una nuova sinistra che sappia ascoltare le istanze della popolazione e, soprattutto, dell’elettorato.