APPELLO SOCIALISTI, VERDI, SINISTRA E RENEW A VON DER LEYEN: “NIENTE ACCORDI CON LA DESTRA IN UE”
Dopo l’ultima aggressione avvenuta contro l’eurodeputato tedesco Matthias Ecke (Spd), le manovre della sinistra Ue “approfittano” della grave intimidazione politica per puntare ad un pressing forsennato contro la Presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen: in quanto candidata del PPE per un mandato bis dopo il voto delle Europee 2024, la leader tedesca viene “avvertita” dalle liste del centrosinistra europeo di non puntare ad accordi con la destra di ID (di cui fanno parte Le Pen, Lega di Salvini a AFD, i veri destinatari delle invettive sul caso Ecke) e neanche con i Conservatori di Giorgia Meloni.
Se sulla prima alleanza già il Partito Popolare con Von der Leyen si sono espressi chiaramente in contrapposizione – facendo tra l’altro infuriare lo stesso Salvini che non si spiega come non si possa puntare su un Centrodestra come in Italia e si preferisca la coalizione con sinistra e Macron – è sull’accordo possibile tra PPE ed ECR-Conservatori che si permea la vera novità possibile dopo il voto del prossimo 8-9 giugno 2024. «Chiediamo al presidente della Commissione e a tutti i partiti democratici di rifiutare fermamente qualsiasi normalizzazione, cooperazione o alleanza con i partiti di estrema destra e radicali», si legge nella dichiarazione siglata dai gruppi S&D (Socialisti), Renew (liberali di Macron), Verdi e Sinistra, denominata “A difesa della democrazia”. Secondo il leader delle sinistre in Europa, infine, v’è la netta condanna «a qualsiasi forma di violenza e ribadito l’impegno a non formare coalizioni con partiti di estrema destra e radicali a qualsiasi livello».
IL PRESSING SULLA COMMISSIONE PER IMPEDIRE IL CENTRODESTRA IN EUROPA: TUTTE LE TRAME
Viene insomma chiesto a Von der Leyen e a tutto il Partito Popolare di non puntare sullo schema di alleanze nel Centrodestra quanto piuttosto mantenere la medesima coalizione che ha governato l’Europa negli ultimi 5 anni. Stante però il calo non da poco di Socialisti e liberali nei sondaggi di questi ultimi mesi, e soprattutto vedendo la forte contrapposizione di parte dei Popolari alle politiche ultra-green e spesso “dirigiste” della giunta Von der Leyen, l’ideale scenario per i popolari è di costituire un asse più spostato verso un Centro-destra europeo che possa dialogare con Identità e Democrazia e includere i Conservatori direttamente nello schema di governo europeo.
Il punto però è che il PPE alla dichiarazione di socialisti, Macron e verdi non solo non la considera ma la rifiuta: non nei contenuti, dato che tutte le forze politiche a Bruxelles hanno condannato la vile aggressione dell’eurodeputato socialista tedesco, ma nelle intenzioni politiche. «È un semplice pretesto per far campagna elettorale», bolla così la dichiarazione della sinistra il presidente del PPE Manfred Weber, aggiungendo «i nostri principi sono chiari: collaboriamo solo con partiti filoeuropei, filo-ucraini e pro-stato di diritto». L’identikit si sposta così sui Conservatori di Meloni ed è proprio con la leader italiana che negli ultimi mesi la Presidente von der Leyen ha intessuto non pochi legami: resta da capire ora se Von der Leyen riuscirà a rimanere la candidata n.1 dopo i risultati delle Europee (pesano gli scandali Pfizergate e nomine) e poi se le trattative “segrete” su nomi come Mario Draghi o Roberta Metsola per il dopo Von der Leyen vedrebbero modifiche importanti per lo schema di alleanze. Uno spostamento più verso il Centrodestra oppure, in alternativa, se invece i risultati di ECR e ID impediranno comunque l’ingresso nel nuovo Governo europeo, resta da capire chi realmente saprà tessere le fila del complicato futuro delle istituzioni europee. Una cosa è certa: il PPE non firmando la dichiarazione della sinistra non ha ceduto al pressing contro il Centrodestra, ergo tutto ancora rimane possibile (specie perché ci sono da considerare i voti dei cittadini europei tra un mese, fattore che molti rischiano di “dimenticare” ma che resta la vera differenza tra una democrazia e un sistema di potere “oligarchico”).