50.000 gruppi sinodali per un totale di mezzo milione di persone hanno svolto un lavoro coordinato da più di 400 referenti diocesani nel corso del Sinodo 2021-2023. Il tutto è confluito in 200 sintesi diocesane e 19 elaborate da altri gruppi, che hanno portato ad un totale di più di 1.500 pagine pervenute alla Cei a fine giugno. Nel corso Sintesi nazionale della fase diocesana del Sinodo 2021-2023 è stato dunque redatto il documento “Per una Chiesa sinodale: Comunione, partecipazione e missione” che la Presidenza della Conferenza episcopale italiana ha consegnato il 15 agosto alla Segreteria Generale del Sinodo.
Si tratta di un documento nato dall’ascolto di parrocchie e diocesi, gruppi, movimenti e associazioni, nell’ambito del Cammino sinodale delle Chiese italiane. Il documento è stato diviso in varie aree: ascoltare, accogliere, relazioni, celebrare, comunicazione, condividere, dialogo, casa, passaggi di vita e metodo. Nel primo viene promosso l’ascolto. Come si legge vi è un “Debito di ascolto come Chiesa e nella Chiesa, verso una molteplicità di soggetti”. L’ascolto si rivolge ai giovani, alle vittime degli abusi sessuali e di coscienza, ai territori… L’ascolto, infatti, “chiede di far cadere i pregiudizi, di rinunciare alla pretesa di sapere sempre che cosa dire, di imparare a riconoscere e accogliere la complessità e la pluralità”.
Sinodo 2021-2023: il documento
Nel documento del Sinodo 2021-2023 si parla poi di accoglienza: “Vivere l’accoglienza significa armonizzare il desiderio di una “Chiesa in uscita” con quello di una “Chiesa che sa far entrare”, a partire dalla celebrazione dell’Eucaristia”. Le differenze generazionali, di genere, di orientamento sessuale, culturali, richiedono accoglienza. Le donne vanno valorizzate nei loro processi decisionali. C’è poi una parte dedicata alle relazioni che “hanno bisogno di tempo e di cura costante: sono un bene fragile. Vanno accettate fatiche e sconfitte”. Bisogna “riconoscere e prendersi cura delle diverse forme di solitudine e di coloro che vivono situazioni di fragilità e marginalità”.
Per quanto riguarda le celebrazioni vi è “una distanza tra la comunicazione della Parola e la vita, una scarsa cura delle celebrazioni e un basso coinvolgimento emotivo ed esistenziale”. La comunicazione deve usare un linguaggio “non discriminatorio, meno improntato alla rigidità, ma più aperto alle domande di senso per rendere la Chiesa più accessibile, più comprensibile e più attraente per i giovani e i “lontani”, più capace di trasmettere la gioia del Vangelo”. Si parla poi di condividere perché i laici sono “relegati spesso a un ruolo meramente esecutivo e funzionale”. Attenzione poi alle donne e alla loro emarginazione che non consente “alla voce femminile di esprimersi e di contare”. Serve poi dialogo e confronto quotidiano nel quale la fede sia un riferimento, ma bisogna anche evitare di trasformare le parrocchie e le comunità in fan club, facendole diventare casa. Nel punto Passaggi di vita del sinodo 2021-2023 si legge: “Una comunità cristiana che vuole camminare insieme è chiamata a interrogarsi sulla propria capacità di stare a fianco delle persone nel corso della loro vita, e di accompagnarle a vivere in autenticità la propria umanità e la propria fede in rapporto alle diverse età e situazioni”. E infine il metodo: “Per dare forma e concretezza al processo sinodale è stato proposto un metodo di ascolto delineato secondo i principi della conversazione spirituale”.