APERTA LA PENULTIMA FASE DEL SINODO DEI VESCOVI: INFO, DATE E PERCORSO

Si è aperta ufficialmente oggi 4 ottobre 2023 in Vaticano la penultima fase del Sinodo dei Vescovi sulla Sinodalità (2021-2024), con la Santa Messa presieduta da Papa Francesco in piazza San Pietro davanti a 25mila fedeli. Erano presenti tutti i 464 partecipanti al Sinodo, di cui 365 membri e 54 donne per la prima volta con diritto di voto: in piazza anche i 20 delegati delle Chiese orientali e i due vescovi cinesi di fresca nomina papale.



Quello cominciato oggi, giorno di San Francesco d’Assisi, è il quinto Sinodo nel Pontificato di Papa Bergoglio e anticipa l’ultima sessione prevista il prossimo anno che avrà il documento finale di sintesi di un lavoro cominciato ormai due anni fa e che ha visto diversi passaggi nazionali e internazionali delle varie Diocesi mondiali. «L’essenza del percorso sinodale risiede in una verità di fondo che non dobbiamo mai perdere di vista: esso ha lo scopo di ascoltare, capire e mettere in pratica la volontà di Dio», ha scritto ieri Papa Francesco sui canali social, in vista dell’apertura del Sinodo. Ascolto, comprensione, dialogo con un punto di partenza non “dall’altro” ma “dalle periferie”, “dal basso”. Nel 2021 si partì con il Sinodo nelle varie parrocchie e diocesi, per poi proseguire con la fase continentale in Asia, Africa, America, Medio Oriente, Oceania. I lavori dureranno dal 4 al 29 ottobre e sono previsti pochi momenti “pubblici” legati al Sinodo, prima del documento di sintesi previsto per l’approvazione di Papa Francesco ad inizio novembre: oltre alla Messa di apertura oggi in Vaticano, saranno trasmesse in diretta streaming nelle prossime settimane anche la prima Congregazione Generale e le Sessioni di apertura di ciascun Modulo.



Come invece previsto dalla Costituzione apostolica “Episcopalis communio”, «il frutto di questo discernimento, sarà raccolto nel documento finale che sarà redatto l’anno venturo, al termine delle due Sessioni, e offerto al Santo Padre. Il compito della Prima Sessione è quello di incominciare questo discernimento, che si concluderà nella seconda», spiega Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la comunicazione della Santa Sede e presidente della Commissione per l’Informazione della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi. Saranno 4 settimane scandite anche da interventi in aula o nei vari gruppi ristretti, da riflessioni su unità, missionarietà, autorità nella Chiesa, dalla elaborazione dei modi e dalle relazioni di sintesi che confluiranno nel documento finale, da Messe quotidiane celebrate all’Altare della Cattedra, spiega Vatican News: «il Sinodo sulla sinodalità sarà caratterizzato poi da momenti peculiari come la preghiera per i migranti e i rifugiati in Piazza San Pietro il 19 ottobre, alla quale dovrebbe partecipare anche il Papa, e dalla recita del Rosario nei Giardini vaticani il 25». Il 29 ottobre, infine, la solenne chiusura con la celebrazione del Pontefice di nuovo in Piazza San Pietro.



SINODO & DUBIA, COSA STA SUCCEDENDO NELLA CHIESA

Con l’apertura del Sinodo si sono aggiunti ai documenti e agli atti che saranno al centro delle sessioni di lavoro, anche i “Dubia” presentati da cinque cardinali nei mesi precedenti, legati a tematiche del magistero di Papa Francesco che hanno richiesto una specifica migliore comprensione. Come avvenuto nel 2016 con l’esportazione “Amoris Laetitiae”, anche in questo 2023 a ridosso del Sinodo alcuni cardinali si sono interrogati su temi come unioni gay, donne prete, Divina Rivelazione e perdono dei fedeli. Nei 5 ‘Dubia’ del 2023 sono invece 5 i cardinali a sottoscriverli: si tratta ancora dei cardinali Walter Brandmüller, Raymond Leo Burke, insieme a Juan Sandoval Íñiguez, Robert Sarah e Joseph Zen Ze-kiun.

La lettera del nuovo prefetto della Dottrina della Fede Víctor Manuel Fernández – resa nota alla vigilia del Sinodo anche sui quotidiani italiani – è seguita dalle domande del 10 luglio inviate dai cardinali e indica le specifiche risposte date da Papa Francesco ai singoli temi proposti dai “Dubia”. «Cari fratelli, benché non sempre mi sembri prudente rispondere alle domande rivoltemi direttamente, e sarebbe impossibile rispondere a tutte, in questo caso ho ritenuto opportuno farlo data la vicinanza del Sinodo», è il testo di premessa in cui Papa Francesco inizia le risposte ai cinque “Dubia”, qui trovate tutti gli approfondimenti con domande/risposte concesse dal Vaticano. Un ulteriore “dubium” è stato poi presentato anche dal cardinale ceco Dominik Duka in merito alla situazione dei sacramenti per divorziati risposati: la risposta questa volta è stata data direttamente dal Dicastero ex Sant’Uffizio diretto dal card. Fernandez, il quale ha riportato le diverse risposte date negli anni dal magistero di Papa Francesco (e di fatto aprendo alla possibilità dei sacramenti in alcuni casi e dopo adeguata valutazione della singola esperienza tra parrocchia, Diocesi e famiglia interessata).

L’INVITO DI PAPA FRANCESCO PER L’APERTURA DEL SINODO

«Cari fratelli cardinali, confratelli vescovi, sorelle e fratelli, siamo all’apertura dell’Assemblea sinodale. E non ci serve uno sguardo immanente, fatto di strategie umane, calcoli politici o battaglie ideologiche. Non siamo qui per portare avanti una riunione parlamentare o un piano di riforme. Il Sinodo non è un raduno politico, non è un parlamento, ma una convocazione nello Spirito»: così Papa Francesco ha voluto aprire l’omelia per la Santa Messa di inizio Sinodo dei Vescovi 2023, ribadendo la centralità dello sguardo cristiano legato inscindibilmente allo Spirito Santo, considerato il «vero protagonista di questo Sinodo». Il Sinodo serve a ricordare, rileva ancora Papa Francesco, come «la nostra Madre Chiesa ha sempre bisogno di purificazione, di essere riparata […] Dinanzi alle difficoltà e alle sfide che ci attendono, lo sguardo benedicente e accogliente di Gesù ci impedisce di cadere in alcune tentazioni pericolose: di essere una Chiesa rigida, una dogana, che si arma contro il mondo e guarda all’indietro; di essere una Chiesa tiepida, che si arrende alle mode del mondo; di essere una Chiesa stanca, ripiegata su sé stessa».

Serve aprire le porte “a tutti”, sottolinea Papa Francesco richiamando l’idea di Chiesa come luogo ospitale e non come «dogana rigida che si chiude al mondo»: usando l’immagine del “giogo dolce” inventata da San Paolo VI, Francesco aggiunge «Venite, affaticati e oppressi, venite, voi che avete smarrito la via o vi sentite lontani, venite, voi che avete chiuso le porte alla speranza: la Chiesa è qui per voi! La Chiesa delle porte aperte a tutti, tutti, tutti». Serve camminare sulle orme di San Francesco d’Assisi di cui proprio oggi 4 ottobre si celebra la memoria:«lo Spirito Santo, che spesso frantuma le nostre aspettative per creare qualcosa di nuovo, che supera le nostre previsioni e le nostre negatività, è il protagonista dell’assemblea sinodale», conclude il Papa aprendo il Sinodo dei Vescovi, «Apriamoci a Lui e invochiamo Lui” conclude, “e con Lui camminiamo, nella fiducia e con gioia».