SI APRE UNA NUOVA SETTIMANA AL SINODO DEI VESCOVI 2023: IL PROGRAMMA IN VATICANO

Si è aperta questa mattina una nuova settimana al Sinodo dei Vescovi 2023, con tutti i partecipanti che hanno fatto ritorno nell’Aula Paolo VI in Vaticano per la nuova Congregazione generale sul Modulo B1 del documento Instrumentum Laboris. Dopo la Santa Messa in San Pietro, prosegue il lavoro dei vari tavoli sui temi confermati da Papa Francesco nell’ultimo documento di preparazione al Sinodo 2023, penultima fase del vertice della Chiesa Cattolica iniziato nel 2021 e dedicato alla “sinodalità”.



Il relatore del Sinodo dei Vescovi, il cardinale Jean-Claude Hollerich, all’assemblea ha introdotto i lavori stamane ricordando il tema del modulo da discutere: «Una comunione che si irradia. Come essere più pienamente segno e strumento di unione con Dio e di unità del genere umano?», si legge nel titolo del Modulo B1. Sarà poi su questa linea che si terranno i vari Circoli Minori previsti dal pomeriggio di oggi: sempre in questo 9 ottobre 2023 si votano i membri della Commissione per la stesura del documento di sintesi da fissare a fine Sinodo il prossimo 29 ottobre. Sempre in settimana si discuterà anche il modulo B2 (dal 13 ottobre in poi), che ha come tema «Corresponsabili della missione. Come condividere compiti e doni al servizio del Vangelo?». Il prossimo 11 ottobre sono previsti altri Circoli Minori mentre l’indomani è convocata la finalizzazione dei resoconti dei Circoli Minori e la consegna dei rapporti alla Segreteria generale.



IL SINODO E L’INVITO DI PAPA FRANCESCO: “I CARISMI E NON I SOLDI SONO LA RICCHEZZA DELLA CHIESA”

«Se ci comportiamo come Gesù, testimonieremo l’amore di Dio per il mondo. Se non ci riusciamo, assomiglieremo a un club identitario»: così il Card. Hollerich aprendo i lavori del Sinodo dei Vescovi in questa seconda settimana di incontri. Con i lavori sul primo Modulo l’assemblea ha «ripreso contatto con l’esperienza del camminare insieme del Popolo di Dio in questi due anni», rileva ancora il porporato. Con questa seconda parte però si entra nel vivo con l’esame della prima delle tre questioni emerse dalla fase consultiva, ovvero quella dell’ascolto del Popolo di Dio. Come riporta la stampa in Vaticano, i partecipanti al Sinodo dovranno ancora confrontarsi in più momenti nei prossimi giorni, «con interrogativi puntuali e concreti», forti per il clima di collaborazione costruito nei primi giorni del Sinodo con Papa Francesco, «abbiamo iniziato a tessere relazioni e costruire legami, abbiamo cominciato a passare dall’io al noi».



Mentre intanto è spuntato qualche contagio Covid tra i partecipanti del Sinodo, il cardinale Hollerich recupera l’invito di Papa Francesco avvenuto solo qualche giorno fa: «L’amore di Dio è così grande che il suo potere salvifico è il modo in cui si manifesta. Come Chiesa, come Popolo di Dio, siamo in questa dinamica di salvezza. E in questa dinamica si trovano le basi dell’unità del genere umano». Il relatore del Sinodo dei Vescovi ha dunque rilanciato il messaggio del Santo Padre all’ultima Gmg, quello dove invitava tutti ad abbracciare l’iniziativa della Santa Chiesa: «Tutti sono invitati a far parte della Chiesa”. “Todos… todos… Tutti… tutti… Gesù ha esteso questa comunione a tutti i peccatori. Siamo pronti a fare lo stesso? Siamo pronti a farlo con gruppi da cui potremmo sentirci infastiditi perché il loro modo di essere sembra minacciare la nostra identità?», si domanda il Card. Hollerich. La riflessione sui lavori del Sinodo non deve divenire una «forma di trattato teologico o sociologico», bensì – conclude Hollerich – «Dobbiamo partire da esperienze concrete le nostre personali e soprattutto l’esperienza collettiva del Popolo di Dio che ha parlato attraverso la fase di ascolto». Durante la quarta Congregazione generale in Aula Paolo VI la professoressa Anna Rowlands ha parlato dell’aspetto della comunione: «non sono i soldi ma l’abbondanza di carismi ad essere la vera ricchezza della Chiesa». Seguendo l’appello alla pace in Israele diffuso ieri da Papa Francesco all’Angelus, il cardinale Béchara Boutros Raï (patriarca di Antiochia dei Maroniti, capo del Sinodo della Chiesa maronita) durante l’omelia della Santa Messa in San Pietro dichiara «guerre e sofferenze dei popoli e della terra interpellano il Sinodo. La costruzione di una pace giusta dove le guerre insanguinano il nostro pianeta; la cura per la nostra casa comune; la lotta contro un sistema economico che produce sfruttamento, disuguaglianze e scarto; l’assistenza a coloro che subiscono la persecuzione fino al martirio; la guarigione delle ferite causate dagli abusi, quelli sessuali, economici, istituzionali, di potere, di coscienza; la promozione della dignità umana comune derivante dal battesimo».