AL SINODO DEI VESCOVI SI TORNA SULLO SCANDALO PEDOFILIA

Mentre proseguono i lavori al Sinodo dei Vescovi 2023 sulla Sinodalità, uno dei temi più “spinosi” di questo ultimo decennio di Chiesa Cattolica torna di stretta attualità: la Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori ha infatti lanciato un appello all’assise riunita nell’Aula Paolo VI affinché la lotta alla pedofilia e agli abusi nella Chiesa «diventi una priorità nell’agenda del Sinodo». Il lungo comunicato del Vaticano vede l’impegno rinnovato per la vicinanza, solidarietà e il «profondo dolore» ai sopravvissuti «di tanti crimini ignobili commessi nella Chiesa».



Ogni abuso, continua la Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori, «comporta l’angoscia e il dolore di un terribile tradimento, non solo da parte dell’abusante, ma anche da una Chiesa incapace o addirittura non disposta a fare i conti con la realtà delle sue azioni». All’interno del Sinodo l’appello è quello di rendere la verità sempre prima di ogni cosa, ammettendo di essere «molto in ritardo nel correggere le lacune nelle procedure, che lasciano le vittime ferite e all’oscuro sia durante che dopo che i casi sono stati decisi. Continueremo a studiare attentamente ciò che non funziona e ad insistere affinché si provveda ad apportare i necessari cambiamenti, di modo che tutti coloro che sono stati colpiti da questi atroci crimini abbiano accesso alla verità, alla giustizia e alla riparazione». L’impegno della Chiesa in questo nuovo Sinodo dei vescovi, tra gli altri temi, è quello di utilizzare ogni strumento possibile per «sollecitare gli altri rappresentanti della Chiesa che hanno la responsabilità di affrontare questi crimini, affinché adempiano efficacemente alla loro missione, minimizzino il rischio di ulteriori trasgressioni e garantiscano un ambiente rispettoso per tutti». Annullare gli scandali e procedere per fare sempre il bene di tutti, come invita Papa Francesco: così la Commissione aggiunge «La realtà degli abusi sessuali nella nostra Chiesa va al cuore dell’agenda del Sinodo. Tratta di chi siamo come comunità di fede, fondata su Gesù. Permea discussioni sui modelli di leadership, ruoli nel ministero, standard professionali di comportamento e di giusta relazione, gli uni con gli altri e con tutta la creazione. Chiediamo che l’abuso sessuale nella Chiesa permei le vostre discussioni quando affrontate insegnamento, ministero, formazione e governance».



“AFFRONTIAMO LE SFIDE CON PAPA FRANCESCO”: L’APPELLO AL SINODO DEI VESCOVI

In attesa dei nuovi Circoli Minori attesi per la giornata di domani 11 ottobre al Sinodo dei Vescovi, sempre all’interno delle riunioni sul Modulo B1 del documento Instrumentum Laboris, dopo l’introduzione avvenuta ieri dal relatore cardinale Hollerich ecco un altro intervento significativo per comprendere meglio di cosa stiano effettivamente discutendo i partecipanti al Sinodo sulla Sinodalità.

«La sinodalità, dunque, rappresenta un modo per riflettere e agire anche dal punto di vista pastorale», spiega a Vatican News il cardinale Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena-Colle di Val D’Elsa-Montalcino e vescovo di Montepulciano-Chiusi-Pienza. Il cammino della Chiesa definito da Papa Francesco, sottolinea il porporato, è un «ripensamento» e i temi di discussione al Sinodo dei Vescovi ne sono una dimostrazione: per il card. Lojudice, «vuole aiutarci a ripensare il nostro modo di essere in rapporto con la realtà e con il mondo». L’occasione del Sinodo, chiosa il prelato, è quanto di più utile per poter dare «risultati importanti affinché la Chiesa sia sempre più fedele alla sua missione di annunciare il Vangelo». In questa seconda settimana dei lavori alla XVI Assemblea Generale si segnala la meditazione del domenicano Padre Radcliffe davanti agli altri partecipanti al Sinodo: «La nostra formazione alla sinodalità significa imparare a diventare persone appassionate, piene di desiderio profondo. Una Chiesa sinodale sarà quella in cui saremo formati all’amore non possessivo: un amore che non fugge dall’altro né si impossessa di lui; un amore che non sia né offensivo né freddo».