I LAVORI E IL PROGRAMMA DEL SINODO DEI VESCOVI 2023: MERCOLEDÌ SARÀ PUBBLICATA LA LETTERA AL POPOLO DI DIO

Il prossimo 25 ottobre dal Vaticano verrà resa nota la Lettera al Popolo di Dio, il documento con cui il Sinodo dei Vescovi intende informare l’intera comunità cristiana sui temi principali inseriti nelle tre settimane di lavori in Aula Paolo VI: l’annuncio è stato dato dal presidente della Commissione per l’Informazione, Paolo Ruffini, durante il consueto briefing in Sala Stampa vaticana. La bozza della Lettera è stata accolta questa mattina in aula da un lungo applauso dell’assemblea con presente anche Papa Francesco.



Su invito del cardinale segretario generale del Sinodo, Mario Grech, sono stati proposti e accolti «piccoli suggerimenti di modifica e di integrazione del testo, in particolare riguardo le traduzioni nelle diverse lingue: ci sarà tempo fino alle 18 di stasera per presentare alla Segreteria generale del Sinodo altre proposte di modifica». La Lettera al Popolo di Dio sarà dunque approvata e pubblicata mercoledì e rappresenta uno degli ultimi lavori importanti affrontati dal Sinodo dei Vescovi, entrato oggi nella sua ultima settimana di circoli e congregazioni in Vaticano: dopo la Santa Messa celebrata oggi in San Pietro dal cardinale Charles Maung Bo, arcivescovo di Yangon in Myanmar, i partecipanti al Sinodo hanno partecipato alla 16esima Congregazione generale con presente Papa Francesco. Si lavora sugli ultimi punti del documento Instrumentum Laboris, tesi poi all’approvazione del documento finale di sintesi che verrà redatto nelle prossime ore in vista della chiusura solenne del Sinodo per domenica prossima 29 ottobre 2023.



LE TESTIMONIANZE AL SINODO E IL NUOVO MESSAGGIO DI PAPA FRANCESCO

«Se da questo Concilio non esce un aumento di fede, di speranza e di carità, tutto è vano»: questo è l’invito e monito del cardinale domenicano Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna e membro del Consiglio ordinario della Segreteria del Sinodo. Ricordando i tanti altri concili affrontati nella lunga testimonianza cristiana, prima da teologo poi da vescovo e cardinale, Schönborn si attende la medesima aspettativa sul Sinodo per la Sinodalità: «ci stiamo chiedendo come vivere la comunione nella Chiesa. Essa è communio di fede; communio col Dio uno e trino; communio tra i fedeli e communio aperta a tutti gli uomini». La sinodalità in questo è il modo migliore per vivere tale esperienza, «la Chiesa è mistero, poi è popolo di Dio, e solo dopo si parla della costituzione gerarchica dei suoi membri», spiega il cardinale citando la Lumen Gentium di Papa Paolo XVI (seconda delle quattro costituzioni del concilio ecumenico Vaticano II). Infine la critica lanciata contro l’Europa di oggi, non più «il centro principale della Chiesa. Qui siamo rimasti un po’ indietro nella sinodalità vissuta. Serve uno stimolo».



Nell’omelia della Santa Messa quotidiana con i partecipanti del Sinodo, il cardinale Bo sottolinea come i giorni del Sinodo siano un percorso tra generazioni per «un mondo giusto e in pace»: secondo l’arcivescovo  di Yangon, nel Myanmar, il Sinodo «è un percorso sinodale intergenerazionale che inaugura un lungo cammino di speranza per tutta l’umanità, anche in mezzo a disordini globali, come testimoniano i recenti avvenimenti nell’Asia occidentale e in altre regioni del mondo». 24 ore dopo l’Angelus domenicale con nuovo appello alla pace in Medio Oriente, Papa Francesco durante i lavori del Sinodo ha lanciato sui social un nuovo monito contro gli scenari di guerra che si affacciano purtroppo ogni ora a livello internazionale: «Non dobbiamo abituarci alla guerra, a nessuna guerra. Non dobbiamo permettere che il nostro cuore e la nostra mente si anestetizzino davanti al ripetersi di questi gravissimi orrori contro Dio e contro l’uomo». Resta così valido l’invito alla Giornata mondiale di preghiera per la pace convocata da Papa Francesco per venerdì prossimo 27 ottobre.