CHIESA E OMOSESSUALI, CARD. HOLLERICH: “SINODO NON CAMBIERÀ DOTTRINA”
Secondo il Cardinal Jean-Claude Hollerich, Arcivescovo del Lussemburgo e Relatore generale del Sinodo della Chiesa Cattolica, la dottrina del cristianesimo in merito all’approccio con le persone omosessuali non cambierà: «Credo pienamente nella tradizione della Chiesa. E ciò che è importante in questo processo non è un cambiamento di dottrina, ma ascoltare. Ascoltare tutti. Ascoltare anche la sofferenza delle persone». Lo ha detto il prelato al termine della conferenza stampa lo scorso 26 agosto in Vaticano presentando la seconda fase del Sinodo sulla sinodali, tema “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione”. Da relatore generale del Sinodo, il Card. Hollerich ha illustrato nel dettaglio i temi che saranno scandagliati durante i prossimi mesi assieme al segretario generale del Sinodo, il cardinale Mario Grech, e i sottosegretari suor Nathalie Becquart e monsignor Luis Marín de San Martín.
In merito al tema dell’omosessualità nella Chiesa, in particolare, Hollerigh e Grech hanno dato un’indicazione specifica sull’atteggiamento che si avrà nel Sinodo: «Il cambiamento non è nella dottrina, semmai, è di “atteggiamento” così da essere una Chiesa dove tutti possono sentirsi a casa». Diversamente da quanto pronunciato ad inizio 2022, lo stesso arcivescovo lussemburghese sottolinea in conferenza stampa come «Non sono favorevole a cambiare nessuna dottrina, sono a favore di una chiesa in cui davvero tutti possano sentirsi benvenuti. Se chiudiamo la porta alle persone, spingiamo alcuni a disperarsi. E questo è qualcosa che non vogliamo».
SINODO E GAY, HOLLERICH TORNA SUI SUOI PASSI: COSA AVEVA DETTO A FEBBRAIO
Il Card. Hollerich nel giro di pochi mesi sembra aver ridimensionato le proprie richieste di “apertura” importanti sulla dottrina e sul rapporto tra Chiesa e LGBT: lo scorso febbraio infatti il presidente della Commissione delle Conferenze Episcopali dell’Ue aveva sostenuto pubblicamente come «La Chiesa dovrebbe rivedere l’insegnamento cattolico sulla peccaminosità dell’omosessualità». Hollerich ribadiva che il fondamento sociologico e scientifico di questo insegnamento «non sia più valido»: in questo modo il Relatore generale del Sinodo rispondeva positivamente al coming out di massa di 125 dipendenti della Chiesa in Germania, tra cui alcuni preti, sulla loro omosessualità.
«Una Chiesa che ha al suo centro la discriminazione e l’esclusione delle minoranze sessuali e di genere deve accettare che le si chieda se, nel farlo, può fare riferimento a Gesù Cristo. So che tra i miei preti ci sono omosessuali. Alcuni me l’hanno detto, di altri lo si nota», aveva spiegato ancora il Cardinale. Sono passati diversi mesi ma la sottolineatura fatta ora da Hollerich si distanzia non poco da quelle posizioni: in mezzo c’è stato sicuramente il ribadire di Papa Francesco della dottrina in merito alla considerazione degli atti omosessuali, da distinguere nettamente con le persone omosessuali. «Siamo una Chiesa dove tutti possono sentirsi a casa. Non sono favorevole a cambiare nessuna dottrina , sono a favore di una Chiesa in cui tutti possano sentirsi i benvenuti», ha sottolineato in conferenza stampa il Card. Hollerich ribadendo la missione specifica di Papa Francesco, «ascoltare e servire. Non non impongo alcun ordine del giorno». Secondo il Card. Grech, infine, è importante «che camminiamo insieme. Ma quando diciamo ‘una Chiesa dell’ascolto’ significa che non solo il vescovo deve ascoltare, ma anche il vescovo va ascoltato. Il rischio infatti è un monologo da una parte e dall’altra. È importante imparare ad ascoltarci: le opinioni, ma anche quello che lo Spirito sta comunicando alla Chiesa di oggi. È difficile, ma importante. La Chiesa deve mettere in pratica stile sinodale ma nessuno deve sentirsi escluso, nessuno deve soffrire di non sentirsi ascoltato».