I sintomi Covid sono cambiati con l’avventi delle nuove varianti, in particolare quella inglese, che è diventata dominante in Italia. Non è detto che una persona positiva al coronavirus debba per forza manifestare i “classici” sintomi come febbre, tosse secca persistente o perdita del gusto e dell’olfatto. Le sindromi simil-influenzali sono comunque la caratteristica peculiare dell’infezione causata da Sars-CoV-2, ma a differenza della prima ondata si registra febbre non sempre alta, soprattutto spossatezza, che può perdurare a lungo, e disturbi gastroenterologi, a partire dalla nausea. L’impatto dei sintomi sulle varianti non è stato studiato a dovere, quindi non ci sono evidenze che causino sintomi differenti, infatti è stato pubblicato uno studio su Lancet in cui si spiega che non sono stati trovati cambiamenti significativi nei sintomi, quindi le differenze potrebbero essere legate all’età, perché è cambiata la popolazione di riferimento.



Non è Covid ad essere cambiato, ma essendo ora più diffuso nella classe di età più giovane si aggiungono sintomi tipici di chi viene curato a casa e non ha bisogno di cure ospedaliere”, spiega Claudio Cricelli, presidente della Società italiana di medicina generale e delle cure primarie (Simg), al Corriere della Sera.



NUOVI SINTOMI COVID: QUALI SONO

All’inizio della pandemia Covid i sintomi che si identificavano era febbre, tosse e affanno, mentre ora i pazienti segnalano una generale sensazione di malessere, mal di testa, nausea e più raramente diarrea. La perdita del gusto e dell’olfatto sembrano invece meno frequenti. “Gusto e olfatto sembrano spariti. Nessun paziente ci ha più segnalato questo problema”, osserva Ovidio Brignoli, vicepresidente Simg, al Corriere della Sera. Sono aumentati molto i sintomi gastrointestinali, come dolori addominali, vomito o diarrea. “Una mia assistita accusava forti dolori allo stomaco: non aveva tosse, i polmoni erano liberi e neppure una linea di febbre. Ma era positiva al Covid e con lei molti altri pazienti”, spiega Pier Luigi Bartoletti, vicesegretario nazionale della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg). I sintomi intestinali per Covid comunque sono sempre stati segnalati a livello internazionale.



Sono dominanti nel 5% dei casi, ma tra i pazienti ricoverati nei reparti Covid almeno il 30% manifestano diarrea, vomito o nausea. “Nella prima ondata le cose erano simili, ma ce ne siamo accorti un po’ dopo perché travolti dall’emergenza”, aggiunge Marco Daperno, gastroenterologo all’ospedale Mauriziano di Torino. Dunque, sono sempre stati segnalati, ma generalmente erano sintomi di accompagnamento, ora invece sono quelli predominanti.