RISOLTO IL “MISTERO” SINWAR? LEADER DI HAMAS RIPRENDE CONTATTI PER IL CESSATE IL FUOCO
Lo scorso 24 settembre si era diffusa la notizia della possibile morte dopo un attacco aereo a Gaza del nuovo leader di Hamas Yahya Sinwar: dopo la morte di Haniyeh – ucciso in Iran da un clamoroso attentato del Mossad israeliano – l’ex capo politico della sigla terroristica palestinese era diventato il ricercato n.1 di Israele e degli Stati Uniti nella guerra in corso da un anno esatto nella Striscia di Gaza. Il mistero aleggiava su Sinwar da settimane in realtà ma appena tre giorni fa erano state fonti di intelligence riportate dal “New York Times” a svelare che il leader di Hamas non solo fosse vivo ma che stesse preparando una nuova strategia per allargare ulteriormente la guerra in Medio Oriente.
L’avanzata mirata di Israele in Libano e l’atteso contrattacco ebraico contro l’Iran sarebbero lo scenario ideale per Sinwar e per Hamas nella lotta armata per la causa palestinese: stamane sono ben tre media israeliani a confermare la ripresa dei contatti fra Sinwar e i mediatori del Qatar per provare a rimettere in pista il progetto di cessate il fuoco, sempre però con le richieste finora irricevibili di Hamas. I contatti erano stati interrotti in estate dopo che la sigla pro-Iran accusava Israele di non voler raggiungere un accordo alla tregua di guerra: ora però, secondo Channel 12, Walla e Times of Israel, Sinwar avrebbe ripreso comunicazioni dirette dimostrando di non essere morto nei bombardamenti. Gli scenari di queste ultime settimane non hanno comunque ammorbidito le posizioni bellicose del leader di Hamas, che infatti continua a chiedere l’esatta richiesta di mesi fa: ritiro completo di Israele dalla Striscia e solo a quel punto il rilascio degli ultimi ostaggi rimasti vivi dopo gli attentati del 7 ottobre 2023.
GLI SCENARI A GAZA TRA HAMAS E ISRAELE (IN ATTESA DI SVILUPPI TRA IRAN E LIBANO)
Vivo forse, o forse no, morto in un bombardamento, o ancora nascosto per sfuggire alla mira di Israele che ha dimostrato di sapere eliminare uno dopo uno i leader di Hezbollah, Hamas e Houthi: alla fine Yahya Sinwar pare sia tutt’ora al comando delle operazioni nella Striscia di Gaza, pronto a giocare di sponda con l’alleato libanese e soprattutto con l’Iran, nonostante il peso dell’Asse della Resistenza sia sempre più in bilico (come raccontiamo in questo focus, ndr).
Restano scenari dunque molto complessi quelli che affollano la comunità internazionale davanti al vasto teatro di guerra che si staglia in Medio Oriente: Sinwar vorrebbe mantenere il controllo di Hamas sull’intera Striscia di Gaza, sebbene la sigla terrorista sia ridotta all’osso dopo un anno di conflitto durissimo. Di contro, Israele vuole decapitare l’intera organizzazione per evitare che possa ricostruire una forza militare a due passi dai confini ebraici. La possibile svolta deriverebbe – fronte Hamas – in uno scontro aperto fra Israele e Iran che porti la maggiore potenza sciita dell’area a distogliere le forze e attenzioni israeliane dalla Striscia; di contro, Netanyahu e alleati puntano sullo sfaldarsi dell’Asse sciita, a cominciare dal fatto che Sinwar stesso avrebbe manifestato una dura irritazione davanti alla freddezza di Libano e Iran nell’entrare definitiva in guerra in questi 12 mesi di combattimenti in Palestina. Il piano di Sinwar è quello di allargare quanto più possibile la guerra, di fatto l’esatto opposto di quanto filtra da Teheran. Almeno fino a questo momento.