M5s unito nella richiesta di dimissioni di Armando Siri, indagato per corruzione. Dopo le bordate degli ultimi giorni, ecco le parole di Nicola Morra a Servizio Pubblico: «Sono soddisfatto della posizione espressa da Conte, tutti dovremmo considerare il superiore valore della comunità nazionale rispetto al legittimo interesse del singolo; voglio anche credere che Siri sia finito erroneamente in una vicenda assai pesante, reputo il suo senso dello Stato molto robusto e spero rassegni le dimissioni di sua spontanea volontà. Il M5S è nato con la stella polare della legalità. Nessuno dice che Siri sia colpevole e, qualora sia provata la sua innocenza, nulla vieta che ritorni al suo posto». Prosegue l’esponente grillino: «Tutti, io compreso, dovremmo essere più prudenti, specie quando ci vengono chiesti interventi in sede legislativa. A quanto so il fare di Siri è stato reiterato, ma da alcuni settori del governo si è fatto capire che le politiche energetiche del governo non potessero essere piegate a interessi personalistici». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
SALVINI REPLICA A DI MAIO
Prosegue la querelle a distanza fra il Movimento 5 Stelle e la Lega, in merito alla vicenda legata al sottosegretario Siri. Questa mattina è uscito allo scoperto Di Maio, che ha puntato il dito contro il Carroccio, accusandolo di voler far cadere il governo solo per una persona, notizia riportata dai principali quotidiani italiani. Alle accuse del leader dei grillini ha replicato a sua volta il ministro Matteo Salvini: «I giornalisti sono liberi di scrivere quello che vogliono – le parole del vice premier riportate dall’edizione online de Il Fatto Quotidiano – ma poi non si devono lamentare se i giornali vendono sempre meno. Io la sera preferisco guardare Peppa Pig con mia figlia». Salvini aggiunge di pensare a lavorare, e che la sua parola vale più di mille sondaggi: «il governo durerà altri 4 anni – sostiene con sicurezza – e agli italiani non frega niente di quello che titolano i giornali o i telegiornali che rincorrono polemiche inutili. È per questo che vendono sempre meno e i dibattiti televisivi perdono ascolti». Insomma, un rimbalzo di accuse da una parte all’altra, che secondo i ben informati nel palazzo potrebbe far saltare tutto: la sensazione è che il risultato delle Europee potrebbe essere davvero decisivo. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
CASO SIRI, LEGA VS M5S
Continuano le schermaglie tra Lega e Movimento 5 Stelle sul caso Armando Siri, con Luigi Di Maio che nelle scorse ore ha rincarato la dose contro il Carroccio. Una sfida a distanza alla quale il premier Conte vuole mettere un argine: «Basta alimentare polemiche sterili, siamo tutti concentrati a lavorare: siamo tutti determinati a portare avanti questa esperienza di governo». E rivolto ai giornalisti: «Non raccogliete false notizie e false dichiarazioni». Nessuna caduta del governo in vista secondo il Presidente del Consiglio: «Non ci sarà, così come non ci sarà nessuna conta in Consiglio dei ministri: il caso Siri non è all’ordine del giorno». La Lega fa quadrato sul sottosegretario, queste le parole del ministro Gianmarco Centinaio: «È una faccenda molto delicata, è una cosa di cui non mi sono occupato e non ne so nulla. Da buon militante della Lega, io arrivo in consiglio dei ministri e faccio quello che mi dice il mio segretario. E’ un argomento che non conosco e mi sono totalmente disinteressato, guardo le agenzie. Non ho chiesto a Salvini e non ho chiesto a Giorgetti», riporta Aska News. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
DI MAIO: “VOGLIONO FAR SALTARE TUTTO PER UNA POLTRONA”
Continua a tenere banco il caso Siri e lo scontro fra la Lega e il Movimento 5 Stelle. Il Carroccio difende il suo sottosegretario, considerato innocente fino a prova contraria, mentre i grillini hanno chiesto esplicitamente le dimissioni dello stesso. Sulla vicenda è tornato ad esprimersi il vice-presidente del consiglio, Luigi Di Maio, che attraverso la propria pagina Facebook ha puntato il dito nei confronti di Salvini e della Lega, accusati di voler far cadere il governo: «Oggi non su uno, ma su quasi ogni giornale – scrive il ministro del lavoro sui social – c’è scritto che la Lega vuole staccare la spina al governo e ha pianificato di far saltare tutto dopo il voto. E tutto questo per cosa? Per una poltrona? Per non mollare un loro indagato per corruzione (che ha il diritto di difendersi ma lontano dall’esecutivo)?». Secondo Di Maio la Lega dovrebbe smetterla di continuare a fare la vittima e rimettersi a lavorare: «Il Movimento 5 Stelle – precisa – vuole che il governo vada avanti per altri 4 anni, rispettando i punti di un contratto che può cambiare davvero il Paese». Il Movimento 5 Stelle, prosegue il suo leader, preferisce pensare alle misure concrete da mettere in atto, come il salario minimo garantito, «piuttosto che stare a parlare tutto il giorno di un indagato per corruzione e della sua poltrona». Attesa la replica del collega Salvini. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
CASO SIRI, LEGA VS M5S
Clima teso tra Lega e Movimento 5 Stelle per il caso Siri, ira di Matteo Salvini contro il premier Conte per la decisione di proporre la revoca nel prossimo Consiglio dei ministri. Luigi Di Maio è tornato sul tema: «Credo che il premier abbia fatto una scelta di buon senso: la corruzione non ha colore politico. Conte ha valutato bene di metterlo in panchina fino a quando l’inchiesta non sarà chiara. Io non esulto e non la considero una vittoria del Movimento 5 Stelle. Mi auguro che Siri sia innocente, ma gli italiani devono sapere che quando c’è da difendere le istituzioni, il M5s sarà sempre uno scudo». Di Maio ha poi sottolineato: «Siri ieri ha detto di far passare altri quindici giorni e che forse si sarebbe dimesso, il che significa andare oltre le Elezioni Europee: una mossa da prima Repubblica. Io sono stato eletto con il Movimento per tutelare le istituzioni da casi di interessi particolari». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
LUCIANI: “DECIDE IL COLLE, NON CONTE”
Mentre da fonti Ansa si apprende che Siri potrebbe già lasciare prima del Cdm per evitare di creare ulteriori problemi interni al Governo prima delle Elezioni Europee, non si frena l’irritazione (eufemismo) della Lega dopo la mossa azzardata di Conte ieri in conferenza stampa: dopo Salvini è Giorgetti a parlare, di fatto il n.2 non solo del Carroccio ma anche dello stesso Presidente del Consiglio, «Qualcuno decida se si vuol perdere tempo o se si vuol pensare a lavorare. Mi sembra che qualcuno debba decidere se questo governo deve perdere tempo con le dichiarazioni o se si vuole pensare a lavorare, tendenzialmente io sono uno che lavora», attacca il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio intervistato da UdineseTv dopo un evento a Gorizia. Nel frattempo non sono pochi i costituzionalisti e magistrati che ritengono la mossa di Conte non solo azzardata ma anche sbagliata sotto il profilo del regolamento vigente in Costituzione: Massimo Luciani, esperto costituzionalista, sul Corriere della Sera questa mattina ha spiegato come «I sottosegretari vengono nominati con decreto del presidente della Repubblica, su proposta del presidente del Consiglio, di concerto con il ministro competente, sentito il Consiglio dei ministri. Serve un atto giuridico uguale e contrario per destituire un sottosegretario. Non sembra dubbio che alla proposta del presidente del Consiglio debba seguire un decreto del capo dello Stato». Insomma serve l’intervento di Mattarella che tra l’altro, conferma Luciani, può prendere scelta e azione assai opposta dal voto contrario del Consiglio di Ministri (a maggioranza assoluta del M5s, ha ricordato ancora ieri Di Maio): con un paradosso finale, ovvero il Colle che salva il Sottosegretario leghista mentre i Ministri grillini lo vogliono estromettere. (agg. di Niccolò Magnani)
SALVINI “CHIEDETE A CONTE..”
«Non ho tempo per beghe e polemiche, chiedetelo a Conte. Io lavoro e mi occupo di flat tax, che è un diritto per i cittadini», Salvini in campagna elettorale a Fidenza prova a smarcarsi dal caso Siri per evitare di alzare troppi polveroni “pubblici” in seno al Governo. La mossa di Conte non è piaciuta affatto alla Lega e nemmeno al suo n.1 che pure prova a tenere un profilo “basso” per evitare di far esplodere una vera crisi interna a meno di un mese dalle Europee. Salvini ha fatto sapere di voler essere informato dei motivi per cui Conte chiederà nel prossimo Cdm la messa in dimissione (tramite DPR di Palazzo Chigi) del Sottosegretario Siri, mentre Toninelli ha fatto sapere stamane «Noi speriamo che non si voti in cdm». Per motivare il suo “smarcamento”, almeno a livello pubblico, Salvini torna sul tema delle tasse per rilanciare la campagna elettorale: «Gli italiani mi chiedono meno tasse. La flat tax è un’emergenza nazionale, la riduzione delle tasse si deve votare adesso. Non esiste che ministri dicano ‘c’è tempo’. Vedo che qualcuno ha tempo da perdere polemizzando su altro». Ai giornalisti che gli chiedono della “sfida” lanciata da Conte al titolare del Viminale, Salvini replica «Conte sfida Salvini sul caso Siri? Sfidiamoci sulle tasse, su qualcosa che interessa gli italiani, non sulla fantasia». (agg. di Niccolò Magnani)
CAOS NEL GOVERNO
La richiesta delle dimissioni del sottosegretario Armando Siri, da parte del presidente del consiglio Giuseppe Conte, rischia seriamente di far saltare il governo. Ieri il Premier è uscito allo scoperto ufficializzando quello che il Carroccio temeva, e nel contempo, quello che in molti avevano pronosticato da giorni: «Ho valutato la necessità di dimissioni del sottosegretario». Sposando la linea del Movimento 5 Stelle, ed in particolare di Di Maio e Toninelli, il massimo esponente dell’esecutivo ha chiesto che Siri si dimetta senza se e senza ma, senza quindi aspettare un eventuale processo o ulteriori sviluppi nell’indagine. Una mossa che non è stata affatto digerita dai colleghi della Lega, e le ultime indiscrezioni raccontano di un ministro Matteo Salvini a dir poco furioso. A svelare il retroscena, anche se forse non ve ne era bisogno, è stato il quotidiano Repubblica: «Vorrei sapere cosa gli sta saltando in mente – avrebbe detto il titolare del Viminale – hanno deciso di aprire una crisi in piena campagna elettorale? Una follia, ci stanno provando in tutti i modi. Perché questa fretta? Non vogliono aspettare nemmeno che Siri spieghi ai giudici come stanno le cose?».
SIRI, CONTE CHIEDE LE DIMISSIONI: SALVINI È UNA FURIA
Salvini non capisce la mossa e non capisce i tempi, in piena campagna elettorale (mancano 23 giorni alle elezioni europee), «Vorrei che la stessa fretta mostrata dal premier e dai 5 stelle sul caso Siri – rilancia il leghista da Budapest – fosse impiegata anche per l’introduzione della flat tax. Qui in Ungheria la tassazione con aliquota unica al 9 per cento per le società e al 15 per le persone fisiche ha portato in pochi anni la crescita al 5 per cento. Ho visto dalla terrazza del palazzo presidenziale una distesa di gru sulla capitale». I sondaggi raccontano di una Lega che continua a veleggiare sul 31/32%, mentre il M5s fa fatica ad arrivare al 20, e forse con tale mossa i pentastellati sperano di recuperare quegli elettori persi negli ultimi mesi, perché scontenti delle mosse politiche dei loro “ex” beniamini. Il rischio, come spesso accade in questi casi, è che il tutto si riveli un clamoroso boomerang, facendo guadagnare ulteriori consensi agli amici della Lega.