Armando Siri, senatore della Lega, ritiene che la parola Meta, ovvero il nuovo nome dell’azienda Facebook, abbia una radice in ebraico che porta il significato di “morte” ed è fermamente convinto del fatto che la scelta non sia casuale, dato che Mark Zuckerberg è ebreo. Il suo pensiero, racchiuso in un post pubblicato proprio sul social network più famoso del web, ha inevitabilmente scatenato le polemiche.



“Vi sto scrivendo dalla famosa piazza’ virtuale che doveva essere la bandiera della libertà di espressione per ogni essere umano sulla terra. ‘Nessuna censura‘ era il motto del suo fondatore. Poi però il profilo del Presidente Usa è stato chiuso senza appello, mentre i terroristi afghani con il loro account comunicavano al mondo la presa di Kabul. Adesso, dopo quasi vent’anni dalla sua nascita, Facebook cambia nome al futuro che diventa ‘MetaVerso’”. Questa la premessa di Armando Siri alla sua teoria sulla nuova denominazione scelta da Mark Zuckerberg. Non può, secondo lui, essere una casualità.



Siri: “Meta in ebraico significa morte e Zuckerberg è ebreo”. La polemica

Il post di Armando Siri ha inevitabilmente scatenato la polemica. In tanti si sono scagliati contro l’esponente della Lega per il riferimento all’ebraismo, accusandolo di essere anti-semita. “Non ci sono parole. Paccottiglia indigeribile. Il fatto che Zuckerberg sia di origine ebraica evidentemente è ai suoi occhi un’aggravante”, ha commentato Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana.

Le parole del senatore del Carroccio non sono passate inosservate neanche a Emanuele Fiano, esponente del Pd, il quale ha commentato direttamente il post incriminato: “Lei scrive cose false, dovute alla sua ignoranza della lingua ebraica, e gravemente pericolose per il portato di antisemitismo che sottintende. Non c’è mai fine al limite che viene spostato in avanti sul fronte dell’antisemitismo. Quando poi questo modo di pensare entra in Senato è davvero pericoloso”, ha scritto.



Siri: “Meta in ebraico significa morte e Zuckerberg è ebreo”. La replica

Dopo avere ricevuto diversi attacchi per avere detto che Meta in ebraico significa “morte” ed avere sottolineato che Mark Zuckerberg è ebreo, il senatore Armando Siri ha voluto difendersi dalle accuse. “Posso tollerare quasi tutto ma non che mi si dia dell’antisemita d’ufficio”, ha ribattuto. Successivamente è tornato a ribadire come la radice della nuova denominazione di Facebook sia proprio quella.

“Conosco e studio la lingua ebraica da vent’anni e sicuramente non si finisce mai di imparare, ma basta leggere ciò che ho scritto per capire che non c’è nulla di antisemita nelle mie parole che, invece, sono una profonda riflessione sul futuro dei giovani e dell’umanità in un mondo in trasformazione”, ha spiegato. E conclude: “L’ebraico è una lingua così importante che dovrebbe essere maneggiata con cura, soprattutto da uno come Zuckerberg che parla al mondo. E si sa che equivoci e non detti sono la causa del 90% di tutti i conflitti. Penso di avere ancora, come cittadino e come parlamentare, diritto di parola per esprimere un mio pensiero senza dover subire le reprimende a mezzo stampa e social da chi, sì, dovrebbe davvero studiare”.