Media arabi pubblicati a Londra e fonti di alto livello occidentale hanno lasciato trapelare alcuni dettagli di un documento, per adesso ancora segreto, che potrebbe portare a una svolta decisiva della situazione siriana, quella di una guerra infinita e soprattutto di un isolamento internazionale che ha messo la popolazione nella povertà estrema. Il documento in questione sarebbe di fonte giordana e prevederebbe l’apertura di un dialogo diretto con Assad al fine di permettere il ritiro delle truppe straniere dal paese e riallacciare rapporti anche economici, ad esempio sui canali energetici. Il documento sarebbe stato visionato da diversi leader arabi e dai presidenti russo e americano. “Sicuramente” ci ha detto il generale Marco Bertolinigià comandante della Brigata paracadutisti Folgore a Kabul nel 2008 e capo di stato maggiore Isaf in Afghanistan, “se questo documento esiste veramente siamo davanti a una svolta, che potrebbe porre fine alla drammatica situazione che persiste in Siria nonostante la vittoria contro l’Isis. La Giordania in ogni caso non si muove a livello internazionale senza l’autorizzazione degli Stati Uniti e questo ci dice di un cambiamento generale dello scenario regionale”.



Che importanza riveste la Giordania, di cui non si parla mai? È davvero in grado di assumere un ruolo così importante, là dove hanno fallito le maggiori diplomazie mondiali?

Della Giordania non parla mai nessuno, è vero, però non ha un ruolo così di secondo piano. In Giordania gli Usa sono radicati profondamente da tempo, hanno un importante centro di addestramento aereo da cui partono tutte le loro missioni in Medio Oriente. Non solo. Nella parte di Siria meridionale confinante con la Giordania opera il sedicente esercito democratico siriano e qui ci sono ben due basi americane. Da questo si può capire come la regione sia sotto il controllo di Washington.



Che scenario potrebbe scaturire da un accordo con Assad?

Innanzitutto i documenti segreti che diventano pubblici così facilmente bisogna sempre prenderli con le molle. Sicuramente la Giordania non prenderebbe iniziative del genere senza la benedizione americana. Se il documento esiste, questa potrebbe essere una svolta che tende a restituire una sua legittimità ad Assad e a risolvere una conflitto che al momento non ha ancora avuto fine.

Nel documento ci sarebbe il riconoscimento dei “legittimi interessi russi” in Siria, mentre si chiede l’allontanamento di ogni forza militare oggi presente su terreno, il che significa anche l’Iran. Sarà possibile con l’impegno che Teheran ha messo nella guerra all’Isis?



Per gli americani sia Russia che Iran sono un problema. Però se fra le postille di questo accordo c’è il riconoscimento della presenza russa, a maggior ragione è un punto di svolta.

Perché?

Tale presenza non rientrava negli interessi che noi pensavamo potessero avere gli americani. O potrebbe significare, come già si è detto in altre occasioni, ad esempio l’abbandono dell’Afghanistan, un cambio gravitazionale dal Medio oriente all’Estremo oriente.

Quali altre implicazioni ci sarebbero?

Sicuramente sarebbe un grosso successo per Putin. Se potesse mantenere la sua presenza in Siria, le altre aree di frizione con l’Occidente, a partire dall’Ucraina, potrebbero essere rimesse in discussione. Siria e Ucraina sono due facce della stessa medaglia per Mosca, al fine di avere l’agibilità del Mediterraneo. E potrebbe avere una significato positivo per l’Ucraina.

In che senso?

Putin si è ripreso la Crimea per farne sede della flotta russa del Mar Nero, l’unica flotta russa che può intervenire nel Mediterraneo. Per la Crimea ha rischiato una guerra, si è preso sanzioni durissime, ma anche la Siria è importante a questo fine perché avere la Crimea ma non avere un appoggio nel Mediterraneo vuol dire non avere il risultato che si desidera. Basta che la Turchia chiuda il Bosforo. I russi  in Siria hanno due basi navali altrettanto importanti quanto in Crimea. Accettare la presenza russa nel Mediterraneo fa pensare che si potrebbe arrivare a qualcosa di analogo in Ucraina. Sarebbe un cambio gravitazionale da parte americana.

E l’Iran? Accetterebbe di essere escluso dai giochi? Anche Teheran voleva giungere al Mediterraneo.

Dobbiamo pensare a quello che può essere l’approccio della nuova amministrazione americana. Chi era decisamente contro l’Iran era Trump, ma la sua avversità radicale a Teheran faceva a cazzotti con la sua volontà di arrivare a uno sganciamento dal resto del mondo. Obama in precedenza e Biden adesso hanno un diverso approccio nei confronti dell’Iran, per cui penso che per l’Iran si possano aprire delle prospettive. Stiamo comunque parlando di fantapolitica, perché potrebbe succedere tutto l’opposto. La Russia potrebbe smettere di appoggiare l’Iran per avere il consenso di Assad.

(Paolo Vites) 

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