Siria, il nuovo leader Ahmad Husayn al-Shara, ha illustrato le principali tappe del piano di transizione che porterà il paese verso le elezioni, una fase che, come ha annunciato in una intervista all’emittente tv Al Arabiya, sarà lunga e inizierà con un censimento generale della popolazione passando poi per le necessarie riforme che faranno arrivare il Governo ad approvare una Costituzione per la nascita di uno Stato democratico che dovrà tenere conto di tutte le minoranze presenti e mettere d’accordo con negoziati e dialoghi le varie forze ribelli che si sono allontanate durante la guerra civile, specialmente quelle sostenute dagli Usa a maggioranza curda.
In questo periodo, che potrebbe durare più di quattro anni, occorrerà anche ripristinare le relazioni con i vari partner strategici, che hanno ancora basi interne e dovranno restare alleati anche dopo la caduta del regime Assad. Tra questi, soprattutto l’Iran e la Russia, nazioni che come ha dichiarato al-Shara: “Non dovranno interferire negli affari interni ma potranno mantenere una posizione di reciproco rispetto della sovranità pur restando attori importanti della regione“.
Al-Shara: “La Siria sarà un paese democratico, ma per elezioni potrebbero volerci più di 4 anni”
Aḥmad Ḥusayn al-Shara, nominato nuovo leader della Siria post regime, ha elencato gli obiettivi principali delle riforme che avranno luogo nel paese prima delle elezioni, la prima cosa da fare, ha detto: “sarà ricostruire le infrastrutture che sono andate distrutte durante il conflitto tra le forze di Assad e i ribelli“, successivamente, ha aggiunto: “Occorrerà completare il censimento della popolazione per poter poi organizzare le operazioni di voto al fine di far partecipare democraticamente tutti i cittadini“.
Altra importante mossa politica, sarà quella di sciogliere il gruppo Hts, in occasione della fine del governo di transizione, che avverrà il prossimo 1 marzo in vista di un accordo per scrivere una Costituzione democratica che possa durare più a lungo possibile. Nella stessa occasione, al-Shara, ha anche ribadito in tv che tutte le forze ora opposte anche dopo la fine della guerra civile, dovranno iniziare negoziati per mantenere rapporti di dialogo e integrarsi con quelle che saranno le nuove agenzie di sicurezza e militari, in particolare riferendosi ai gruppi armati curdi, con i quali, ha dichiarato: “Non intendiamo fare divisioni“.