L’INCONTRO A DAMASCO TRA I VESCOVI CRISTIANI DI SIRIA E IL NUOVO LEADER JIHADISTA AL JOLANI
Dopo diversi incontri interlocutori nell’ultimo mese dopo la cacciata di Assad da Damasco, si è tenuto prima di Capodanno l’importante vertice nella capitale della Siria tra il nuovo leader jihadista Abu Mohammed Al Jolani (detto anche Al Jawlani, ndr) e una delegazione di vescovi cristiani. Le forti promesse del nuovo regime non convincono tutti all’interno della minoranza cristiana, specie dopo i numerosi episodi di persecuzione avvenuta anche dopo la “liberazione” di Damasco e Aleppo: chiese devastate, croci bruciate, intimidazioni e purtroppo anche alcune uccisioni, non possono non spaventare la comunità cristiana già ridotta all’osso in Siria dopo la persecuzione dell’ISIS.
Al Jolani ha fatto sapere in una nota di aver incontrato i rappresentanti del clero cristiano, assieme cattolici, anglicani e ortodossi: secondo quanto informa l’AgenSIR, all’incontro a Damasco erano presenti anche i frati della Custodia di Terra Santa oltre ai vescovi principali presenti in Siria. Il gruppo islamista Hay’at Tahrir al-Sham (HTS) assieme ad altri ribelli jihadisti hanno mantenuto finora la promessa generale di piena collaborazione con i cristiani ancora presenti nel Paese, ma la delegazione prima di Capodanno da Al Jolani ha puntato ad avere garanzie ben più a lungo termine, proponendo di collaborare attivamente alla ricostruzione della Siria.
LA TESTIMONIANZA DA ALEPPO E LE RICHIESTE FATTE DAI CRISTIANI AD AL JOLANI
Come ha raccontato in esclusiva al “Sussidiario.net” monsignor Antoine Audo, vescovo caldeo di Aleppo, il giorno di Santo Stefano, la richiesta dei cristiani in Siria è molto semplice: «accogliamo tutti ma chiediamo alla nuova Costituzione che nascerà pieni e pari diritti». La paura esiste, specie nelle comunità più lontane dalle grandi città, nei villaggi dove la minoranza cristiana non sempre viene accolta “bene” dalla maggioranza musulmana islamista. Sempre da Aleppo ma con il vicario mons. Hanna Jallouf, che ha partecipato all’incontro, giunge testimonianza dei temi chiave affrontati con Al Jolani.
Il vescovo vicario francescano all’AgenSIR racconta di un colloquio comunque cordiale, dove sono state poste alcune richieste ed è stato garantito dalla delegazione cristiana un pieno impegno «per la costruzione della nuova Siria e del nuovo Stato». Gli argomenti principali toccati, spiega mons. Jallouf, sono stati il dialogo richiesto a lungo termine per il futuro della Siria, la cittadinanza e la pacificazione nazionale, così come la piena inclusione di tutte le minoranze religiose ed etniche ancora presenti in Siria.
In più, i vescovi cristiani hanno chiesto ad Al Jolani di non tralasciare nessuna componente nella stesura della prossima Costituzione, l’area cristiana ma non solo: la nuova Carta, tra le altre cose, dovrebbe avere alcuni punti chiave ribaditi dalla delegazione giunta ieri a Damasco. Su tutti, la piena libertà di opinione e di credo religioso, lo Stato di diritto, così anche la separazione tra Stato e religione, chiudendo poi con il favorire il coinvolgimento pieno delle donne nella vita pubblica.
IL MESSAGGIO DELLA CHIESA A TUTTA LA SIRIA PER IL 2025
I frati francescani presenti al vertice con Al Jolani hanno infine richiesto alla comunità internazionale che si possa chiudere ogni tipo di sanzione che da tempo strozza l’economia della Siria: non da ultimo, chiarisce ancora mons. Jallouf da Aleppo all’AgenSIR, «ribadito il ruolo e l’impegno dei cristiani nella costruzione della Siria». Da parte del leader di HTS, invece, giunge al termine del colloquio la rassicurazione del nuovo Governo «a garantire la pace e la sicurezza anche per i cristiani».
Serve recuperare la dignità di ogni persona siriana, dei suoi diritti e del dovere dello Stato di non minacciare alcunché: il processo non sarà facile e per questo la delegazione di vescovi cristiani ha chiesto alla comunità internazionale di non spegnere i riflettori sulla Siria e sul prossimo cammino di complessa ricostruzione del Paese al centro del Medio Oriente a sua volta sotto guerre e violenze. Nel messaggio scritto in vista del Capodanno dalla Chiesa siriana, rivolto a tutto il Paese e all’opinione pubblica, i vescovi hanno ribadito l’intento di dialogare e collaborare attivamente per ricostruire insieme la Siria: «la riconciliazione nazionale e il dialogo come via per l’unità», scrivono i capi delle chiese cristiane, richiamando la grandezza della solidarietà come valore fondante per far rivivere il Paese dopo 50 anni di regime Assad (padre e figlio).
Tra i vari punti fissati nel messaggio per il 2025, la Chiesa siriana chiede formalmente al Governo di Al Jolani di garantire la piena neutralità dello Stato per la religione e le istituzioni di fede, «impedire l’uso strumentale della religione a fini politici e di potere». Con lo spirito dell’unità testimoniato dal Vangelo, i vescovi cristiani si appellano a chiunque abbia a cuore la Siria per recuperare la pace e l’unità davanti alla ricostruzione della patria.