L’omicidio di Sirolo, con il ventitreenne Klajdi Bitri ucciso con una fiocina per avere difeso una automobilista durante una lite, si arricchisce di nuovi inquietanti particolari. A raccontare quanto accaduto è stata proprio la donna coinvolta nella lite che ha portato alla morte dell’albanese. “L’assassino se l’è presa con me perché guidavo lenta, ma era perché non conoscevo la strada”, ha raccontato al Messaggero.



“È sceso dall’auto ed ha iniziato a litigare con mio marito. Poi l’ha picchiato con calci e pugni. Era una furia. In sua difesa sono intervenuti tre nostri amici che erano nell’auto dietro di noi”, ha ricordato ancora la quarantenne. “Quando se li è visti davanti, il killer ha aperto il portabagagli, ha preso la fiocina e li ha inseguiti. Poi ha sparato a Klajdi. In mezzo al petto. È morto subito”. La donna ricorda la vittima come “un bravo ragazzo”, che era arrivato in Italia insieme al fratello minore appena maggiorenne e aveva subito iniziato a lavorare in un’azienda dei cantieri navali. Era, inoltre, un appassionato di calcio, tanto che giocava in una squadra di dilettanti locali.



Sirolo omicidio, 23enne ucciso con una fiocina: interrogato l’assassino

La Polizia ha rintracciato l’uomo che ha ucciso il ventitreenne con una fiocina. È Fatah Melloul, un algerino di 27 anni residente a Montecarotto. È stato trovato mentre si trovava insieme alla fidanzata, con cui dopo l’omicidio di Sirolo era scappato ed era andato a pescare a Falconara Marittima, e aveva ancora con sé l’arma. Era in stato semi confusionale. L’uomo è stato trasportato in caserma e interrogato per tutta la notte, ma pare che si sia avvalso della facoltà di non rispondere.



Il video del suo arresto, avvenuto con l’utilizzo di un taser, è stato diffuso sul web. Mentre i militari cercano di immobilizzarlo, l’algerino si dispera e sostiene di non avere assassinato nessuno. Gli indizi a suo carico sono tuttavia numerosi. In primis la testimonianza della donna che era alla guida e con cui si era scatenata la lite.