Il commissario straordinario del Governo Draghi per la ricostruzione post-sisma, Giovanni Legnini, la novità principale nel piano inserito nel Recovery Fund riguarda l’utilizzo di un “microchip” per garantire la legalità nei lavori senza per questo gravare eccessivamente in controlli a ripetizioni che non fanno altro che rallentare cantieri e progetti. Nel protocollo di legalità appena presentato l’ex Csm rivela di aver inserito la proposta di un badge elettronico che consenta di rilevare ingressi e uscite dai cantieri di uomini e mezzi: «un presidio di legalità», spiega Legnini al “Messaggero”, «quelli affidati alla struttura di missione e alle forze dell’ordine funzionano ma serve qualcosa in più perché dopo la devastazione del terremoto non possiamo permetterci quella della criminalità».



I dati del badge affluiscono direttamente su una piattaforma digitale ad hoc, rafforzando in questo modo il contrasto al lavoro nero, al dumping contrattuale e all’evasione. Intesa siglata con i sindacati e in via di costruzione dei 10 tavoli di legalità nelle altrettante prefetture per governare sui territori tale innovazione: «sperimentazione che se funzionerà potrebbe essere utile a tutto il comparto dell’edilizia».



IL PIANO DI LEGNINI NEL RECOVERY PLAN

In merito all’accesso alla piattaforma, racconta ancora Legnini al “Messaggero”, «Abbiamo istituito un gruppo per la legalità, coordinato dal procuratore generale emerito Fausto Cardella, che ha grande esperienza sulle indagini riguardanti le ricostruzioni post sisma. Ora però, sarà necessario definire con il Garante della privacy le modalità di accesso ad altri soggetti, a partire dalle altre istituzioni preposte ai controlli». Sono 1,8 miliardi di euro in arrivo dal PNRR per il Centro Italia come fondi del terremoto, conferma Legnini: «ora la sfida è attuare il piano […] I cantieri stanno accelerando ma tra Superbonus e Recovery Plan il rischio sarà la carenza di imprese». Si studiano soluzioni “alternative” alla road map ufficiale, una sorta di “modello Genova” anche per il post-sisma: «si tratta di deroghe temperate alle disposizioni di legge, le stiamo utilizzando nei centri storici distrutti come Amatrice, Accumoli, Arquata, Norcia, Camerino», ma ora si studia l’utilizzo di tali deroghe anche perché i progetti del Recovery Plan. In tutto sono 5.500 cantieri solo nel Centro Italia, conclude Legnini, «per la ricostruzione pubblica ci sono molte risorse ancora da utilizzare. Per quella privata l’effetto combinato dell’accelerazione dei cantieri e dell’aumento dei prezzi, determinerà l’esigenza di un rifinanziamento il prossimo anno. Abbiamo ricevuto rassicurazioni dal Governo».

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