La morte di Maria Teresa Trovato Mazza resta un mistero da chiarire, ma non mancano le novità. Nell’autunno scorso la procura ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta, ritenendo che l’agente di polizia penitenziaria si sia uccisa, ma lo scorso gennaio una detenuta del carcere della Giudecca ha rivelato all’allora comandante della polizia penitenziaria alcuni episodi secondo cui una collega di Sissy Trovato Mazza sia responsabile dell’uccisione, su mandato di alti vertici del carcere. Questo perché la 28enne, trovata in un lago di sangue il 1° novembre 2016 in un ascensore dell’ospedale di Venezia, sarebbe stata considerata una presenza “scomoda”. Ne parla oggi Il Messaggero, ricostruendo la vicenda alla luce delle ultime novità. Pare che Sissy Trovato Mazza avesse ripetutamente segnalato ai suoi superiori giri di droga nelle celle, ma pure rapporti sentimentali e sessuali tra detenute e agenti di custodia. Il pm Elisabetta Spigarelli ha eseguito degli accertamenti per individuare eventuali riscontri, senza però trovarli. La detenuta quindi è finita sotto accusa per il reato di calunnia in quanto avrebbe accusato l’agente di polizia penitenziaria di omicidio pur sapendola innocente.



SISSY TROVATO MAZZA, RIVELAZIONI DETENUTA E NUOVA CONSULENZA

La donna è stata già interrogata e, stando a quanto riportato da Il Messaggero, ha precisato che non voleva accusare nessuno, ma limitarsi a riferire ciò di cui era a conoscenza. La procura però ha richiesto il suo rinvio a giudizio. Va chiarito anche perché abbia deciso di parlare oltre due anni dopo il fatto. Dal racconto della detenuta comunque emerge un quadro a tinte fosche sul carcere femminile della Giudecca. La detenuta sostiene di aver ricevuto confidenza da Sissy Trovato Mazza e da altre agenti, inoltre riferisce di aver assistito a diversi episodi. Una volta, ad esempio, avrebbe sentito la guardia da lei indicata come possibile assassina dire ad una collega: «A Sissy ci penso io». Poi la poliziotta sarebbe rientrata nel carcere veneziano con alcuni lividi. Avrebbe raccontato alla detenuta di essere stata picchiata da quella collega e da una sua amica. Inoltre, il 1° novembre 2016 quella guardia sarebbe tornata sconvolta in carcere e successivamente avrebbe implorato la detenuta di non dire nulla.



Secondo quanto riportato da Il Messaggero, nel gennaio scorso la comandante della Giudecca avrebbe organizzato una specie di trappola. Avrebbe inviato la detenuta a parlare con l’agente accusata nella speranza di farla confessare, mentre due guardie origliavano dietro la porta. La presunta assassina si sarebbe messa a piangere, dichiarando di non riuscire più a dormire dopo la morte di Sissy Trovato Mazza e di meditare il suicidio. Quindi nessuna smentita alla detenuta, ma neppure una confessione dell’omicidio. Il processo per calunnia però potrebbe aiutare a fare chiarezza su molti aspetti della vicenda. Intanto il prossimo 23 luglio è prevista l’udienza per la richiesta di archiviazione dell’inchiesta sulla morte della poliziotta. I genitori si oppongono e chiedono altre indagini. Depositeranno una consulenza per dimostrare che dovevano esserci tracce di sangue sulle maniche della giovane se si fosse trattato di suicidio.

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