Sistema S-300 antimissile: arma antiaerei a lungo raggio

Il sistema S-300 identifica una famiglia sistemi d’arma antiaerei a lungo raggio, di fabbricazione sovietica e russa. I sistemi, entrati in servizio già dagli anni ’70 e utilizzati inizialmente da forze armate sovietiche, sono sviluppati per neutralizzare aerei da combattimento, velivoli ma anche missili da crociera e balistici a corto raggio fino ad una distanza massima compresa tra i 75 (S-300P) e i 250 km (S-300PMU-2).



L’S-300 è posto in prossimità di obiettivi sensibili come i grandi centri industriali, amministrativi e basi militari. Il sistema infatti difende l’ambiente nel quale è posto, tracciando fino a 100 bersagli simultaneamente. Sono alla base delle difese aeree di varie forze armate in particolare in varie regioni come Asia, Medio Oriente e America Latina. Nel 2007 è entrato in uso un sistema antiaereo di nuova generazione nelle file delle forze aerospaziali russe: si tratta del S-400 Trimnf.



Sistema S-300 antimissile: cosa è

L’S-300 è un sistema entrato in vigore nel 1978 che consente di abbattere aerei, missili da crociera e missili balistici ad una distanza massima che nei sistemi più recenti arriva fino a 250 chilometri. Tali sistemi hanno la capacità di tracciare e colpire i bersagli, ordinandoli per priorità in piena autonomia. Possono attaccare trenta bersagli in contemporanea. Tali sistemi sono difficili da localizzare e distruggere. I sistemi di lancio possono infatti essere posti fino a 40 chilometri di distanza dalle piattaforme radar e di comando.

Gli S-300 sono stati superati dagli S-400. Nonostante ciò, gli S-300 ancora sono alla base della difesa antiaerea di tanti Paesi, anche all’interno dell’Ue, come Grecia e Bulgaria. Molto usati anche in medio oriente e in Asia, come ad esempio in Azerbaigian, Bielorussia, Kazakistan, Cina, India, Iran, Vietnam. Si trovano anche in Egitto e in Algeria e dallo scoppio della guerra anche in Ucraina.