Non è per tutti (16 episodi di 1h e 10′, distribuito nella versione originale in coreano, sottotitolato), ma il K-dramma Sisyphus: The Myth merita la visione almeno degli appassionati di serie tv con “vista” sul mondo. La serie è disponibile su Netflix da metà aprile, praticamente in contemporanea con l’uscita in Corea, e ha raccolto unanimi consensi. Nell’ambito del genere fantascientifico presenta una sua originalità, ha un cast di livello e le immagini che regala di Seul (sia quella reale e contemporanea che quella ipotetica distrutta dalla guerra nucleare) sono di un fascino assoluto.
La trama – come tutte le produzioni coreane – è complessa e difficile da riassumere. Il protagonista è Han Tae-sul, un geniale ingegnere, fondatore della Quantum & Time, la più importante società di soluzioni tecnologiche – una via di mezzo tra un Jack Ma di Alibaba e un hacker – a cui tocca in sorte la maledizione di Sisifo. Come il personaggio della leggenda greca, Tae-sul è costretto a ripercorrere più volte alcuni passaggi della sua vita, prima di capire in quale infernale situazione si è cacciato per sua stessa colpa.
Infatti, egli è l’inventore di una “macchina” in grado di far viaggiare gli esseri umani a ritroso nel tempo. Caduta nelle mani di una banda di criminali, al cui comando c’è un misterioso personaggio di nome Sigma, la “porta tecnologica” tra futuro e presente è usata per riportare indietro nel tempo i sopravvissuti di un imminente e devastante attacco nucleare che distruggerà la Corea del Sud. Quando finalmente a Tae-sul verrà svelata l’evoluzione reale degli avvenimenti, si scatenerà una lotta senza esclusione di colpi tra chi vuole usare la tecnologia per evitare la catastrofe e chi invece per accrescere il proprio potere.
L’altra protagonista, accanto al giovane scienziato, è Gang Seo-hae, una ragazza cresciuta nel futuro, tra i ruderi di una Seul distrutta e in condizione di vita precaria, che decide di “viaggiare” nel passato per raggiungere Tae-sul e convincerlo a non costruire la macchina e cambiare così il corso della storia. Ne nascerà tra i due anche una storia di amore che però contribuirà a complicare le cose.
Sisyphus incuriosisce soprattutto per lo spaccato che regala sulla vita e la cultura coreana. Nonostante alcune falle nella sceneggiatura, la trama conserva tensione e interesse per tutti i 16 lunghi episodi. Tra gli inevitabili combattimenti a base di arti marziali e scene di inseguimenti e scontri a fuoco, trovano posto anche gustose scenette familiari, ricette della cucina tradizionale, romantiche scene d’amore a base di passeggiate e, al massimo, qualche bacio.
Il ruolo del protagonista Han Tae-sul è interpretato da Cho Seung-woo (Stranger, The Classic, Marathon) e quello di Gang Seo-hae dall’attrice e cantante Park Shin-hye, due star del cinema coreano, che hanno contribuito al successo della serie. Ma se ci saranno o meno nuove stagioni dipenderà esclusivamente dal risultato decretato dal pubblico sul mercato internazionale.
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