FLORIS “STRONCA” SCHLEIN: “FATE SIT-IN COME STUDENTI MA AVETE DIRIGENTI, FUNZIONARI E GIORNALISTI IN RAI…”. IL VIDEO
La segretaria del secondo partito con più consensi in Italia che con un megafono appare sotto la sede della tv pubblica per protestare contro la Rai definita da un anno a questa parte come “Tele-Meloni”: è questo il contesto in cui Elly Schlein ha introdotto il “famoso” sit-in in Viale Mazzini durante l’ospitata martedì sera nel programma di Giovanni Floris su La7. Collegata con “DiMartedì”, 24 ore prima del presidio intitolato “No Tele-Meloni” poi tenutosi effettivamente mercoledì 8 febbraio sera, la leader dem ha spiegato il perché di una protesta così eclatante contro la tv di Stato e il Governo intero.
Solo che probabilmente non si aspettava dal giornalista – tra l’altro ex Rai conduttore a suo tempo di “Ballarò” sulla rete “più vicina” al Centrosinistra, ovvero Rai3 – un dibattito così serrato come poi si è realmente tenuto nei successivi 2 minuti circa: «il servizio pubblico non può diventare la cassa di propaganda del governo. La Rai è di tutte le italiane e di tutti gli italiani», ha esclamato Schlein pensando di trovare terreno fertile nella trasmissione non certo ritenuta “sovranista” o comunque “tenera” nei confronti della Presidente del Consiglio.
Eppure Floris ribatte subito in maniera “appuntita”: «Voi andate a sedervi davanti alla Rai quando avete un consigliere di amministrazione, avete dei funzionari, avete dei dirigenti, avete dei giornalisti che fanno anche riferimento a voi. E fate un sit-in come se foste degli studenti». Schlein resta qualche secondo in profondo imbarazzo, con silenzio surreale nel collegamento: a quel punto replica comunque spiazzata dicendo che è vero, «non tutti i mali nascono con questo governo» rivendicando però una Rai senza pressioni e condizionamenti della politica. «Facciamo un presidio perché serve una riforma che renda la Rai indipendente dalla politica e dai partiti, e questo lo possono fare i partiti che discutono e fanno congressi, gli altri idea solo quando cambiano i leader».
IL SIT-IN PD IN RAI: ELLY SCHLEIN CON IL MEGAFONO CHIEDE LA RIFORMA DELLA RAI (OGGI CHE NON SONO PIÙ AL GOVERNO)
Floris non è pago e insiste sul punto nodale della questione, andando ben oltre il mero sit-in in Viale Mazzini: «voi potreste fare questa polemica se non aveste nei vostro partito dei deputati che da anni e anni partecipano alla gestione di quella Azienda. Come fa a dire che “siamo completamente nuovi”?». Schlein ancora in imbarazzo prova a contro-replicare sottolineando che la sua vittoria alle Primarie le consente di dar seguito al progetto, dentro il quale c’è anche la riforma della tv pubblica «per una corretta informazione, invece che l’uso propagandistico che ne fa il Governo».
Il tema resta caldo anche perché la riforma della Rai resta dalla notte dei tempi un argomento che a seconda del partito al Governo in quel momento, trova nell’opposizione un terreno fertile: come ha “stanato” Floris, lamentarsi di una “Tele-Meloni” quando fino alla scorsa legislatura era il Pd (tra l’altro senza aver vinto le Elezioni direttamente, elemento da non sottovalutare, ndr) a fare la voce grossa tra nomine e presenze in Rai. Gli strascichi di questo dibattito hanno poi avuto un seguito con qualche piccola tensione nel sit-in tenutosi ieri alle 18.30 davanti a Viale Mazzini, presenti diversi esponenti di Pd, Italia Viva, PiùEuropa, AVS e Psi: ad un certo punto il giornalista Francesco Amodeo, accompagnato da Marco Rizzo, leader di Democrazia Sovrana e Popolare, hanno manifestato contro il presidio dem, anche loro con tanto di megafono appresso: «Se oggi è Tele- Meloni, ieri era Rete-Dem».
La tensione durata qualche minuto ha visto poi l’intervento della segretaria Schlein che ha parlato di un Governo che coppie «una occupazione militare in Rai», e giù i vari “Bella Ciao” e compagnia per “sacralizzare” il momento politico studiato e pensato per settimane. «Si può usare la rete ammiraglia Rai per fare apologia del fascismo come fatto con le commemorazioni di Gioventù Nazionale al Verano? Come il sindaco Achille Lauro, Tele Meloni vende prima la scarpa sinistra e poi la scarpa destra: ha spacciato che mille euro arriveranno a tutti gli anziani, invece arriverà al massimo a 25mila persone», ha poi proseguito Schlein elencando i vari episodi in cui si sarebbe concretizzata quella “Tele-Meloni” tanto in odio dal Centrosinistra. L’augurio, conclude Schlein, è che con il ’Media Freedon Act’ europeo si possa giungere ad una piena riforma del sistema Rai, «così da assicurare una migliore qualità del servizio pubblico. Una migliore democrazia passa da diritto di informazione». Il sospetto però, ripensando alle parole di Floris, è spesso si scambi la “migliore qualità del servizio pubblico” con la presenza di giornalisti e dirigenti “della propria parte politica”. Se ci sono loro, la tv è libera, altrimenti è militarizzata: niente da dire, un bel concetto di libertà…