Il più importante sito nucleare del Regno Unito, secondo un’analisi svolta dal Guardian, sarebbe stato hackerato da gruppi informatici legati a Cina e Russia. Il sito in questione è quello di Sellafield, noto più di mezzo secolo fa, in occasione della sua costruzione, come Windscale, ed oggi utilizzato come deposito di scorie nucleari di vario tipo ed origine, depositate al suo interno affinché non vengano disperse nell’ambiente.



Secondo il Guardian non vi sarebbero certezze su quando sia avvenuto effettivamente l’attacco hacker al sito nucleare, ma alcune fonti spiegano che le prime violazioni risalgono almeno al 2015. In tutto questo periodo, però, il governo e lo stesso Sellafield, avrebbero coperto l’accaduto, dicendosi sempre fiduciosi della sicurezza informatica del sito, altamente sensibile. Infatti, oltre alle scorie nucleari, i sistemi informatici del sito nucleare inglese contengono diversi piani importanti, come la reazione del Regno Unito ad un eventuale attacco nucleare da parte di altri Stati, o anche dettagli preziosi sulla produzione energetica interna. Inoltre, la violazione al sistema di Sellafield permetterebbe agli hacker di accendere o spegnere i sistemi di sicurezza e sorveglianza interna, inclusi i sistemi anti incendio.



Il sito nucleare nega: “Nessun attacco hacker, la nostra rete è sicura”

Tuttavia, sull’accusa mossa dal Guardian sia per quanto riguarda l’attacco hacker al sito nucleare che l’insabbiamento da parte del governo, non vi sono prove concrete, se non alcune dichiarazioni di funzionari che, ovviamente, hanno scelto l’anonimato. Appare evidente, inoltre, che dal 2015, momento del presunto primo hackeraggio, non si siano verificati problemi di alcun tipo né all’interno di Sellafield, né nel resto del Regno Unito.

Dal conto suo, infatti, il sito nucleare ci ha tenuto a smentire fermamente le accuse del quotidiano, sottolineando che “non c’è stato alcun attacco” e che “il Guardian non ha saputo fornire prove”. I sistemi di sicurezza di Sellafield “sono robusti e abbiamo un alto grado di fiducia che non esista alcun malware sul nostro sistema. Prendiamo la sicurezza informatica molto sul serio e tutti i nostri sistemi e server hanno diversi livelli di protezione“. Insomma, secondo il sito nucleare non si è verificato nessun attacco, così come i sistemi di protezione informatica sono resistenti e reattivi.