La SLA è il “morbo del calcio”. Alcuni studi hanno dimostrato che la correlazione tra la malattia e lo sport è reale, ma le cause all’origine di quest’ultima sono ancora sconosciute. Le ipotesi sono state finora numerose: dai pesticidi utilizzati per il trattamento dell’erba ai farmaci assunti dai calciatori. Ad avanzare una nuova tesi sono stati di recente i dottori Giuseppe Stipa e Nicola Vanacore, che sulla rivista internazionale Annals of Neurosciences hanno firmato una ricerca dal titolo “Acque non trattate e SLA: un’ipotesi unificatrice per gli agenti ambientali coinvolti nella SLA”.



“Il tema dell’acqua non trattata, per esempio l’acqua dei pozzi, è stato già discusso nella comunità scientifica per spiegare l’associazione anche con altre malattie neurodegenerative come quella di Parkinson”, hanno spiegato ai microfoni di Avvenire i due autori dello studio, che ha incluso tra le patologie anche la SLA. “È emerso che probabilmente l’uso delle acque non trattate è il mimino comune denominatore. Naturalmente non sarebbe l’acqua di per sé un rischio diretto, ma il veicolo di una qualche agente patogeno, biologico (funghi, batteri, virus) o tossico (neurotossine, metalli pesanti), non ancora identificato”. È per questo motivo che gli esperti chiedono di potere approfondire su come vengono trattati i manti erbosi.



Sla è morbo del calcio: la ricerca di Vanacore e Stipa sulle acque non trattate

Dagli studi sulla correlazione tra la SLA e il calcio è emerso che il numero più frequente di casi è stato riscontrato tra i giocatori di determinate squadre. Per Giuseppe Stipa e Nicola Vanacore non si tratta di una casualità. “Balza subito all’occhio che oltre al Como e al Lecco, i cui stadi si affacciano per l’appunto sul medesimo lago, il lago di Como, troviamo la Sampdoria ed il Genoa che condividono lo stesso stadio, il Luigi Ferraris, che si trova vicino al fiume Bisagno. Un altro stadio, l’Artemio Franchi, dove gioca la Fiorentina, si trova nei pressi del fiume Arno”, hanno evidenziato ad Avvenire.



“Dobbiamo capire come la vicinanza a questi laghi e fiumi possa essere riconducibile all’aumento di casi di SLA. E’ la sola vicinanza ad aumentare il rischio, o da questi corsi d’acqua proviene anche l’acqua utilizzata per l’irrigazione dei campi di calcio? Vengono utilizzati pozzi? E come viene trattata l’acqua per l’irrigazione dei campi di calcio, si utilizzano sostanze notoriamente tossiche come i pesticidi?”, queste le tante domande da porsi. Per ottenere delle risposte è necessario continuare a studiare sul tema. “Bisogna ipotizzare delle spiegazioni che devono poi essere confutate o meno con uno studio ad hoc”. Anche molti ex calciatori, da parte loro, temono per il proprio futuro e attendono gli esiti degli approfondimenti.