È un discorso ad ampio spettro quello fatto da Eric Adams, sindaco di New York, con la redazione di Repubblica, che parte dalla gestione di una delle più grandi e vive città americane, per arrivare fino alla recenti proteste pro-Hamas e anti-Israele che stanno investendo numerose università in tutta la nazione. “Sono qui per condividere la mia esperienza alla guida della città più eterogenea del mondo”, spiega immediatamente Eric Adams, ricordando che i problemi newyorkesi sono gli stessi che interessano “tutte le grandi città” mondiali: “Senzatetto, proteste”, elenca, “e costo della vita”.
Partendo, però, da un altro problema – i migranti – ci tiene, in pieno stile democratico, a precisare che “non si può voltare le sguardo” a quelli che definisce “nostri fratelli e sorelle” ed evocando le parole di Papa Francesco sottolinea anche che “non possiamo considerarli stranieri, apparteniamo alla medesima famiglia umana”. Facendo un passo indietro, Adams ricorda anche la “catastrofe” causata dall’invio di numerosi migranti – circa “194mila” – da parte degli stati del Sud, gestita con la riapertura di “hotel falliti” e “tendopoli”, arrivando ad una corretta gestione che è partita dalla stabilizzazione “dell’economia”.
Eric Adams: “Le proteste nelle università vanno bene, ma ci vuole ordine”
Un altro grosso problema newyorkese – tanto ‘caro’ anche a città come Napoli, Roma o Milano – è quello delle criminalità che, ricorda Eric Adams, è “cresciuto enormemente durante la pandemia”, ma che è stato parzialmente risolto – rivendica un calo “in 5 delle 7 principali categorie, compresi omicidi e sparatorie” – grazie agli ampi investimenti che ha deciso di mettere in campo quando è salito al potere.
Ma il tema principale e, forse, più interessante è quello delle proteste pro-Hamas nelle università, che per quanto riguarda quella di New York si sono concluse con l’intervento della polizia: “I rettori di college”, spiega Adams sul perché abbia dato il via libera alle forze dell’ordine, “hanno negoziato con gli studenti per giorni. Alla fine hanno chiesto loro l’intervento perché si erano infiltrati elementi esterni e c’era pericolo”. Dal conto suo, infatti, il sindaco ci tiene a dirsi favorevole al “diritto di protestare” – che considera “la pietra angolare della democrazia americana” – purché lo si faccia “con ordine”, ma di contro “gli slogan pro-Hamas erano inaccettabili” e, come se non bastasse, ricorda che “dall’inizio della guerra a Gaza abbiamo avuto 2mila proteste”.