È giunta l’ora di far conoscere anche a un pubblico generalista (si legga: non nero, anzi bianco) le battaglie per i diritti civili che hanno coinvolto il popolo afro-inglese negli ultimi 50 anni. Deve essere stata questa l’idea ambiziosa che Steve McQueen ha presentato a BBC e la principale emittente tv britannica deve avere accettato con interesse visto il supporto che ha dato a Small Axe, una serie di 5 film tv – tutti scritti e diretti da McQueen – accomunati da loro solo dal tema.



Ognuno infatti racconta un episodio chiave della storia del razzismo britannico e della lotta per la conquista di parità e integrazione nel ventennio ’70-’80: tre di questi sono stati “marchiati” da Cannes 2020 e in questa veste presentati alla Festa del Cinema di Roma. Tra questi, oltre a Mangrove e Lovers Rock, c’è Red White and Blue che nelle intenzioni di BBC dovrebbe essere l’ultimo in ordine di trasmissione (in Italia dovremmo vederli a novembre su Amazon Prime Video).



Il protagonista è Leroy Logan, un ragazzo di origini giamaicane che, negli anni ’80, lavora come scienziato in polizia e decide di entrare nel corpo degli agenti di pattuglia per scardinare il continuo razzismo contro gli stranieri e i neri in particolare. Sarà un agente modello, chiamato a fare da testimonial all’arruolamento delle minoranze, ma la sua vita in polizia sarà tutt’altro che semplice.

McQueen scrive con Courttia Newland un dramma politico classico che cerca di raccontare, come da tradizione, un conflitto sociale attraverso le derive personali, facendo riverberare nel rapporto col padre, con gli amici, con la moglie i dissidi che attraversano il rapporto tra neri e forze dell’ordine, con un sistema che sembra fondato per schiacciare il diverso.



Dentro a Red White and Blue, McQueen addensa numerosi temi – come la costruzione di una comunità in senso fisico e culturale, il dissidio interno tra integrazione e resistenza attiva – che il singolo film, nel formato tv di 80 minuti non riesce a trattare in modo soddisfacente e che probabilmente assumono una prospettiva più ampia dentro il progetto collettivo di Small Axe.

In ogni caso, sceglie un linguaggio scabro e distante che raffredda forse troppo la materia, si allontana dallo standard tv, seppur di prestigio come quella BBC, nelle inquadrature e nel découpage, ma al tempo stesso si allontana dallo spettatore, fatica a trasmettere il senso ultimo del suo discorso. Perché è giusto sottolineare i dubbi e i travagli di Logan (personaggio realmente esistito), ma nel suo estraniarsi da ogni picco emotivo, politico o filmico, Red White and Blue non sembra rendergli un gran servizio, ne fa un figura sullo sfondo più che un personaggio in un contesto. Quello che dovrebbe essere un punto di arrivo, sembra la partenza di non si sa bene cosa.