“A cosa sareste disposti a rinunciare per lavorare per sempre da casa?“. A porre questa domanda a più di mille lavoratori americani che hanno dichiarato di svolgere un’occupazione che può essere organizzata “interamente a distanza” è stato l’istituto di sondaggi Pollfish. Il risultato è almeno in parte sorprendente, perché spinge a riflettere sull’impatto che lo smart working ha avuto sulla vita di queste persone, portandole a riflettere sulle proprie priorità e sull’importanza del tempo libero. Come riportato da Il Corriere della Sera, infatti, la gran parte dei soggetti intervistati si è detto favorevole ad intaccare anche il proprio stipendio pur di continuare a lavorare da remoto. Vi sono però dei paletti ben precisi rispetto all’entità della rinuncia in busta paga che questi lavoratori sarebbero disposti ad accettare.
SMART WORKING CON TAGLIO DELLO STIPENDIO?
Oltre la metà degli intervistati, precisamente il 65%, ha detto di essere pronto a rinunciare al massimo al 5% dello stipendio. Il dato che più sorprende, però, è quello che vede il 15% del campione dirsi pronto ad accettare una riduzione addirittura del 25%, un quarto della propria busta paga, a patto di non essere costretto a tornare in ufficio. Altro dato: il 46% degli intervistati ha detto di essere pronto a rinunciare ad un quarto dei suoi giorni liberi pur di poter lavorare da casa tutto l’anno, mentre il 15% direbbe addio a ferie e permessi retribuiti pur di lavorare in smart working. Ma si tratta di una peculiarità americana? I dati sulla disponibilità dei lavoratori italiani a rinunciare ad una porzione di stipendio pur di lavorare da casa non ci sono ancora. Un recente sondaggio realizzato da Fim Cisl evidenzia però come gli italiani abbiano valutato positivamente lo smart working poiché permette una maggiore autonomia in fatto di orari, con il 58% che però chiedeva una soluzione ibrida, ad esempio 3 giorni a casa e due in ufficio. Da monitorare l’esperimento di Telefónica Spagna, colosso internazionale delle tlc prossima ad avviare un programma pilota con settimana lavorativa di 4 giorni per alcuni dipendenti con decurtazione in busta paga del 15%. I lavoratori saranno soddisfatti alla fine?