Come lavorare ai tempi del Coronavirus: il decreto firmato ieri dal presidente del Consiglio invita i datori di lavoro – sia pubblici che privati – a usare per quanto possibile lo smart working ma anche le ferie e congedi. Nel provvedimento firmato da Conte, infatti, si legge che “Si raccomanda di promuovere, durante il periodo di efficacia del presente decreto, la fruizione da parte dei lavoratori dipendenti dei periodi di congedo ordinario e di ferie”. Ciò vale per i lavoratori della cosiddetta zona arancione e che va ad affiancarsi come possibilità del lavoro agile. Come spiega Il Sole 24 ore, dunque, esistono diverse soluzioni al fine di rispettare le misure che mirano al contenimento della diffusione del virus. Secondo il nuovo Dpcm, l’adozione dello smart working è attivabile senza accordo individuale in tutta Italia e fino al prossimo 31 luglio. L’invito a mettersi invece in congedo o ferie fino al 3 aprile, per molti significherebbe esaurire le proprie ferie annuali nel periodo di 4 settimane. Il lavoro agile, dunque, appare come la migliore soluzione adottabile, ed infatti dall’inizio dell’emergenza, circa 15 giorni fa, sono state tante le società di consulenza, banche, società dell’Ict e delle assicurazioni, ma anche altre aziende soprattutto dei servizi, ad averlo attivato.



CORONAVIRUS E SMART WORKING: LE ALTRE POSSIBILI SOLUZIONI

La soluzione dello smart working ai tempi del Coronavirus, chiaramente diventa di difficile applicazione per i tanti lavoratori la cui presenza sul luogo di lavoro è indispensabile. Basti pensare, in tal senso, agli addetti alle pulizie o alla ristorazione. In questo caso la soluzione messa in campo è stata quella delle ferie o del permesso retribuito del personale. Adesso il nuovo decreto prevede la raccomandazione di congedi e ferie ma resta sempre il fatto che in mancanza dell’attivazione da parte dell’azienda dello smart working, di ferie e di congedi, occorre recarsi al lavoro. Anche Confindustria interviene sul piano del lavoro agile e dei congedi/ferie. Con una lettera inviata ieri ai propri associati, ha raccomandato di “Favorire, in questa fase, la fruizione dei periodi di congedo ordinario o di ferie dei propri dipendenti”. Nella nota, il direttore generale Marcella Panucci, fornisce tutte le indicazioni utili spiegando che “gli interessati potranno comprovare il motivo lavorativo dello spostamento con opportuni mezzi, compreso il cedolino paga, il tesserino di identificazione aziendale, ovvero una dichiarazione del datore di lavoro che attesti l’esigenza del viaggio”. Documenti da esibire alle autorità competenti.

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