Lo smart working ha preso sempre più piede soprattutto durante la pandemia, quando a seguito delle restrizioni anti-contagio e delle chiusure, lavorare da remoto sembrava essere l’unica soluzione, sebbene non per tutte le professioni ovviamente. Sta di fatto che, anche oggi che siamo fuori dallo stato emergenziale, sempre più persone sono desiderose di lavorare comodamente da casa propria, a costo di sacrificare la socialità che una sede di lavoro può fornire. Ma lo smart working ha solo risvolti positivi? Negli Stati Uniti uno studio ha rivelato come esistano anche effetti negativi, che potrebbero sfociare anche in vere e proprie dipendenze.



Come riporta Repubblica è stata in particolare la Federal Reserve Bank di Atlanta ad aver sottolineato come sarebbero 27 milioni gli americani in età lavorativa a soffrire di disturbi legati all’uso di sostanze. In pratica stiamo parlando del 23% in più rispetto al periodo pre-pandemia.

Questo sarebbe il lato oscuro dello smart working, almeno per quanto riguarda gli Stati Uniti.



Smart working e assenza di socialità: come incide sui lavoratori

Anche in ambito europeo solo pochi mesi fa era stato condotto un sondaggio da parte di Nfon e Statista Qa da cui era emerso come i lavoratori del vecchio continente si sentirebbero sempre più soli con lo smart working. La principale causa è stata rintracciata nella mancanza di interazione sociale con i colleghi, un fattore di stress per il 35,3% delle persone intervistate. La conseguenza è stata quindi nel senso di un declino progressivo della salute fisica e mentale, accompagnata da un aumento del consumo di medicinali che non richiedono prescrizione medica (come ad esempio vitamine, integratori, e prodotti derivati dalla canapa), per aumentare la concentrazione e alleviare la sensazione di stress.



Stesse considerazioni possono quindi essere avanzate anche negli Usa, con una maggiore testimonianza, come ha evidenziato il citato studio, circa un importante aumento del consumo di alcool e droghe in orario di lavoro. Lavorare da casa, lontano dai propri colleghi e dagli obblighi di decoro che impone lo stare in ufficio, ha infatti spinto molti a indugiare in abitudini alcoliche o droghe, soprattutto in un Paese in cui la dipendenza è una piaga incisiva.