Lo smart working è all’attenzione del ministero del lavoro poiché la fine del periodo di emergenza Covid (?) ha dato origine a parecchie complessità in materia di adozione di questa modalità lavorativa che ancora non è classificata come tipologia contrattuale. Il 21 aprile scorso si è insediato l’Osservatorio nazionale bilaterale in materia di lavoro agile, presieduto dal ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Andrea Orlando, e composto da rappresentanti dei datori di lavoro e dei lavoratori, designati dalle parti firmatarie dello specifico Protocollo sottoscritto il 7 dicembre 2021. Il documento ha individuato le linee di indirizzo sul lavoro agile per la futura contrattazione collettiva, nazionale e aziendale e/o territoriale e ha gettato le basi di un metodo di confronto fra istituzioni pubbliche e parti sociali.
L’Osservatorio ha l’obiettivo di monitorare:l’evoluzione del lavoro agile con riferimento ai suoi risultati; lo sviluppo della contrattazione collettiva sul tema; l’andamento delle linee di indirizzo contenute nel Protocollo di dicembre scorso, nonché i possibili sviluppi con riferimento sia a eventuali novità normative, sia alla crescente evoluzione tecnologica e digitale.
Sappiamo bene che sul versante fisco e smart working rimangono ancora dei problemi da binomio incompiuto. Dal punto di vista contrattuale e giuslavoristico le organizzazioni aziendali stanno trovando lentamente un loro equilibrio; più complicata è la gestione fiscale del lavoro agile che si scontra oggi con una normativa vecchia di più di venti anni, incardinata ancora, anche dal punto di vista interpretativo, su principi ormai in parte superati, che prevedono: la non tassazione dei rimborsi spese di viaggio e trasporto, ovvero di vitto e alloggio solo se relativi a trasferte fuori dal Comune, sede di lavoro, previsto contrattualmente; la non tassazione dei rimborsi ai dipendenti solo delle spese che gli stessi hanno sostenuto direttamente e che riguardano oneri di competenza del datore di lavoro ovvero di spese effettuate nell’esclusivo interesse del datore di. lavoro. Le criticità dal rimborso dell’indennità chilometrica ai ticket restaurant, ecc.
La riforma fiscale, dunque, dovrà occuparsi anche di questo. Nel frattempo, pur considerando che il quadro normativo nel settore privato e pubblico è alquanto composito (art 14 legge 2015 n. 124 deleghe al Governo riorganizzazione amministrazioni pubbliche, poi 2017-2020 (Covid) protocollo nazionale 7 dicembre 2021 art. 15 che traccia le linee di indirizzo per la Ccnl nazionale e aziendale, ecc. fino ad arrivare alla Circolare riapertura Orlando/Brunetta ottobre 2021/agosto 2022 nel decreto semplificazioni), alcune organizzazioni virtuose alla luce di vari osservatori esistenti sul tema (Bocconi, Cnel, Confindustria, ecc.), nonché accordi raggiunti, si trovano impegnate alla costruzione di un possibile Modello di accordo sindacale sul lavoro agile.
È interessante infatti identificare un possibile modello sia nel settore pubblico che privato “a regime” alla luce di numerosi accordi che si stanno implementando dopo il superamento dell’emergenza pandemica, anche tenendo conto di una comparazione tra legislazione pubblica e privata che ne valorizzi gli orientamenti amministrativi, nonché vari protocolli siglati (Gruppo Poste Italiane 1 marzo 2022) e Rinnovo Ccnl Chimici del 13 giugno 2022 che addirittura ne delinea saggiamente le linee guida.
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