Che impatto stanno avendo i dispositivi digitali sui bambini? A quanto pare l’età media in cui i minori iniziano ad usare smartphone e, di riflesso, i social, è scesa vorticosamente. E inevitabili sono le ripercussioni sullo stato psicologico degli stessi, troppo ‘acerbi’ per capire le avversità e i pericoli che si nascondono troppe volte dietro gli schermi. L’allarme è stato lanciato dal XIV Atlante dell’infanzia a rischio in Italia titolato “Tempi digitali”, diffuso da Save the Children in vista della Giornata mondiale per l’infanzia e l’adolescenza del 20 novembre, e riportato da L’Avvenire.



Il report in questione denota dati preoccupanti e in crescita: infatti un bambino su tre fra i 6 e i 10 anni usa lo smartphone tutti i giorni. E metà degli adolescenti 5 ore al giorno. Addirittura poi uno su 6 tra chi ha tra 11 e 15 mesi viene parcheggiato davanti a tv, pc e telefonini per almeno un’ora al giorno. Insomma, i genitori sarebbero complici di questo precoce avvicinamento dei bambini verso i dispositivi digitali e, nello specifico, verso gli smartphone.



SMARTPHONE: SAVE THE CHILDREN DENUNCIA LA NECESSITÀ DI UNA MAGGIORE TUTELA DEI MINORI

I dati mostrano come in Italia il 78% degli 11-13enni usa il web tutti i giorni con lo smartphone. Dato in crescita tra i 6 e 10 anni dopo la pandemia, passando dal 18 al 30% tra il 2019 e il 2022. Questi numeri sono valsi a far ricoprire al nostro Paese la quartultima posizione in Europa in termini di uso massiccio di smartphone senza adeguate competenze digitali tra i 16-19enni. Usare poi i cellulari significa, quasi necessariamente, avere anche un profilo social. Nonostante quindi il limite di legge di 13 anni per iscriversi agli stessi, quasi il 41% degli 11-13enni li usa (47% femmine, 34% maschi), e il 13,5% dei ragazzi di 11-15 anni ha un rapporto problematico col mondo social, mentre il 24 coi videogiochi.



Tra i bambini e gli adolescenti non a caso sono aumentati i casi di depressione e obesità, e queste problematiche vengono ricollegate proprio all’uso inconsapevole di social e strumenti digitali. Save the Children in merito a tutti questi dati denuncia la necessità di creare ambienti digitali “a misura di minori”, sebbene piccoli passi in questo senso siano stati fatti, come ad esempio con la predisposizione del “filtro anti-porno” delle sim telefoniche intestate a minori.