Smartwatch anti Covid, i wearable misurano la risposta immunitaria

Gli smartwatch anti Covid, secondo un recente studio pubblicato su Npj Digital Medicine, rivista che afferisce al gruppo Nature, possono aiutare a combattere il Covid, tracciando la risposta fisiologica e immunitaria alla vaccinazione. La ricerca è stata svolta dal gruppo di Intelligenza artificiale dello Scripps Research Translational Institute di La Jolla, in America. Il team di ricerca ha analizzato diversi dati raccolti dagli smartwatch su sonno, frequenza cardiaca e attività fisica di 5.600 persone vaccinate contro il Coronavirus.



Da questi dati, il team di ricerca ha appurato che, il giorno immediatamente successivo alla vaccinazione anti Covid, gli smartwatch hanno registrato un aumento significativo della frequenza cardiaca nei vaccinati. Questa è più evidente dopo la seconda dose del vaccino di Moderna, rispetto a quello di Pfizer-BioNTech, ed è più marcata nei soggetti giovani. Questo, per l’italiano Giorgio Quer, autore principale della ricerca e direttore del gruppo Intelligenza Artificiale, è un primo passo verso la verifica della risposta fisiologica all’immunizzazione attraverso il vaccino.



Smartwatch anti Covid, lo studio per ottimizzare la campagna vaccinale

Secondo gli autori dello studio, insomma, gli smartwatch anti Covid potrebbero aiutare a comprendere meglio la variabilità nella risposta immunitaria e fisiologica alla vaccinazione. I cambiamenti individuali rispetto alla vaccinazione possono aiutare, sempre secondo Quer, “a guidare lo sviluppo futuro di vaccini”, per ottimizzarne l’efficacia e la sicurezza. Dai dati raccolti, inoltre, è possibile anche capire se il soggetto sia stato infettato dal Covid precedentemente alla vaccinazione. Le donne, inoltre, avrebbero una variazione maggiore della frequenza cardiaca rispetto agli uomini.



Infatti, nei soggetti che avevano contratto il virus, si è registrato un aumento importante della frequenza cardiaca dopo la prima dose, con dati simili a quelli rilevati dopo la seconda dose in soggetti che non avevano contratto il Covid. Gli smartwatch, insomma, potrebbero essere molto utili in futuro per sviluppare campagne vaccinali più efficienti e sicure, identificando in modo preciso quali individui abbiano avuto una risposta immunitaria inefficace e necessitino di un’ulteriore dose di vaccino.