Ci sarebbe un secondo fascicolo d’indagine sullo smog a Torino, aperto dalla Procura con la contestuale richiesta di accertamenti su un periodo compreso tra il 2020 e il 2023. Lo riporta l’Ansa, secondo cui i pm del capoluogo piemontese avrebbero incaricato l’Arpa (Agenzia regionale per la protezione ambientale) di ricostruire l’andamento della qualità dell’aria in città nella finestra temporale in questione, quindi fino ad oggi. Un’analisi che dovrebbe essere condotta attraverso i dati raccolti quotidianamente nel corso degli anni.
Il nuovo filone dell’inchiesta, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa, punterebbe sulla Regione e, al momento, riguarderebbe il governatore Alberto Cirio e l’assessore regionale all’Ambiente Matteo Marnati, i cui nomi erano stati stralciati dal fascicolo precedente. Lo scorso ottobre, il primo procedimento era sfociato nella richiesta di rinvio a giudizio a carico dell’ex presidente della Regione Sergio Chiamparino e di altri amministratori, compresi gli ex sindaci Chiara Appendino e Piero Fassino per il reato di inquinamento ambientale in forma colposa. Le indagini poi si sarebbero estese.
Inchiesta bis sullo smog a Torino: il punto tra nuovi accertamenti e faro sulla Regione
L’inchiesta bis sullo smog a Torino ripartirebbe quindi da uno studio dei dati sulla qualità dell’aria raccolti giorno per giorno nel periodo compreso tra il 2020 e il 2023 che sarà affidato dalla Procura all’Arpa. Nel frattempo, riporta Il Corriere della Sera, i magistrati avrebbero depositato istanza di citazione diretta a giudizio per i politici finiti al centro del filone principale: l’ex governatore Sergio Chiamparino, gli ex sindaci Chiara Appendino e Piero Fassino e gli assessori all’Ambiente delle rispettive giunte. A loro carico penderebbe l’accusa di inquinamento ambientale in cooperazione colposa.
Gli ex amministratori pubblici ora rischiano il processo. La prima inchiesta avrebbe puntato l’attenzione sul periodo compreso tra il 2015 e il 2019, ma ora si cercherà di analizzare i tempi più recenti per accertare eventuali responsabilità. Secondo quanto riportato da Repubblica, i dati relativi alla finestra 2015-2019 avrebbero permesso di fotografare una situazione allarmante: tra i 1000 e i 1400 morti di smog a Torino, decessi ai quali si sommerebbero oltre 1100 ricoveri per malattie respiratorie o cardiovascolari. Si tratterebbe di persone che, nel periodo in questione, sarebbero morte o avrebbero manifestato problemi di salute a causa del superamento dei limiti delle PM10 e di altre sostanze (PM 2,5, biossido di azoto) nell’aria.