I sindaci ed ex di Torino, Chiara Appendino e Piero Fassino, nonché i governatori ed ex della regione Piemonte, Alberto Cirio e Sergio Chiamparino, compresi i loro assessori ed ex all’ambiente, Stefania Giannuzzi e Alberto Unia, Enzo Lavolta, Alberto Valmaggia e Matteo Marnati, sono indagati per smog. Come riferisce l’edizione online di Repubblica i nove devono rispondere del non aver adottato misure sufficienti per contrastare l’inquinamento atmosferico negli ultimi anni, alla luce dei dati che certificano come dal 2015 ad oggi il capoluogo piemontese sia stato ripetutamente maglia nera d’Italia.
Gli avvisi di garanzia sono stati notificati oggi dal pubblico ministero Gianfranco Colace e dall’aggiunto Vincenzo Pacileo, che stanno indagando da tempo sulla vicenda. L’inchiesta era stata avviata nel 2017 in procura a Torino, con le accuse di “inquinamento ambientale”, eco-reato che è entrato in vigore nel nostro ordinamento solamente a maggio di sei anni fa, 2015. Un fascicolo che era stato aperto dopo che l’avvocato Marino Careglio aveva presentato un esposto per conto di Roberto Mezzalama, esperto in valutazioni ambientali e attuale presidente di “Comitato Torino Respira”.
SMOG A TORINO, NOVE INDAGATI: LA REPLICA DI FASSINO
Nell’esposto presentato in Procura si elencavano i dati sull’inquinamento atmosferico registrati dalle centraline dell’Arpa, nonché tutte le misure che erano state messe in atto in Italia e all’estero per contrastare l’inquinamento atmosferico. Dagli stessi incartamenti era emerso che gli alti livelli di Pm10 e di biossido di azoto avevano provocato “900 morti all’anno”, riducendo “la speranza di vita dei cittadini di 22,4 mesi”. Piero Fassino è stato il primo ad aver commentato l’indagine nei suoi confronti: “Apprendo di essere destinatario, insieme ad altri amministratori, di un avviso di garanzia relativo a reati ambientali – le parole riportate da Repubblica – ne sono sconcertato e stupito perché la mia amministrazione ha sempre optato per la tutela della qualità ambientale della città. In ogni caso quando conoscerò su quali addebiti è fondato l’avviso di garanzia, nel merito risponderò nelle sedi opportune”.