Ieri Snam ha presentato il nuovo piano industriale 2020-2024 portando gli investimenti programmati a 7,4 miliardi dai 6,5 miliardi contenuti nel piano precedente (2019-2023). il 50% degli investimenti sarà dedicato a preparare l’infrastruttura al trasporto di gas idrogeno. Lo scenario in cui la società si muove è quello della riduzione delle emissioni di CO2; per raggiungere l’obiettivo sia il gas che il green gas sono fattori fondamentali. Il gas è l’unica fonte di energia fossile prevista in crescita dalle principali agenzie che si occupano di stimare gli sviluppi delle fonti energetiche; il gas è la fonte energetica di transizione tra il passato, fatto in particolare di carbone, e quello futuro quando il peso delle rinnovabili e dell’idrogeno sarà destinato a crescere. I tubi che oggi portano gas devono però essere “migliorati”, con investimenti ingenti, per poter un domani trasportare il gas verde. Il vantaggio di Snam è che l’adeguamento dei tubi tradizionali è molto meno costoso rispetto alla costruzione, ex-novo, di nuovi gasdotti.
All’interno della strategia per la transizione energetica, Snam ha lanciato una nuova business unit dedicata all’idrogeno con cui la società intende promuovere e presidiare nuove tecnologie, come dimostra l’acquisizione di una partecipazione in De Nora, e avviare nuove sperimentazioni. L’obiettivo è quello di creare una piattaforma di aziende all’avanguardia nella transizione energetica per essere davanti su una frontiera tecnologica in cui verranno investiti decine di miliardi di euro soprattutto su impulso dell’Unione europea. È utile ricordare che l’Ue intende investire oltre 300 miliardi di euro in un programma di transizione energetica decennale.
Sia l’Italia che altri Stati europei hanno approvato piani statali all’interno di questo quadro. In particolare, l’Italia vuole candidarsi a essere un hub per l’idrogeno con potenziale sia di importatore che di esportatore. Sono previsti 10 miliardi di euro di investimenti entro il 2030 e 27 miliardi entro il 2050; il Governo spinge poi per la creazione di una catena di fornitura italiana che coinvolgerebbe il sistema industriale. In questo senso Snam è un pezzo importante del sistema Paese in una fase di trasformazione decisiva. La società è nei fatti al centro di un superciclo di investimenti, sia privati che nazionali, sia in Italia che in Europa, per la transizione energetica e in particolare per la parte che riguarda l’idrogeno.
Il piano industriale, che include uno sforzo di ottimizzazione finanziaria e di miglioramento delle attività tradizionali e “nuove”, si pone obiettivi reddituali tra cui un miglioramento dell’utile netto per azione del 3,2% e del dividendo del 5% fino al 2022 con un ulteriore 2,5% di crescita minima nel 2023-2024. Snam intende inoltre aumentare la quota di finanza sostenibile dal 40% al 60% con l’emissione di nuovi “sustainable bond”. La finanza sostenibile, soprattutto se dedicata a investimenti green, è uno dei temi finanziari più importanti degli ultimi anni per i mercati e permette di ottenere costi vantaggiosi e di rivolgersi a un’ampia platea di investitori.
La società continua a essere un pezzo importante del sistema Paese in una fase particolare in cui si cerca di cambiare il mix energetico privilegiando fonti rinnovabili e green.