Il Consiglio di Amministrazione di Snam, riunitosi ieri sotto la presidenza di Nicola Bedin, ha approvato i risultati consolidati dei primi nove mesi del 2020 (non sottoposti a revisione contabile). Il Consiglio ha altresì deliberato la distribuzione di un acconto sul dividendo 2020 di 0,0998 euro per azione, con pagamento a partire dal 20 gennaio 2021.
Marco Alverà, Amministratore Delegato di Snam, ha commentato: “I nostri risultati dei primi nove mesi del 2020, nonostante il contesto di grande incertezza dovuto alla pandemia, sono in linea con quelli dello scorso anno grazie alla solidità del core business, al crescente contributo delle nuove attività nella transizione energetica e alle azioni di contenimento dei costi. Siamo sempre più forti nella transizione energetica grazie alle acquisizioni nel biometano e nell’efficienza energetica pubblica e privata in Italia e all’avvio della nostra prima iniziativa nell’idrogeno verde con ITM Power. Abbiamo incrementato gli investimenti rispetto al 2019 e recuperato rapidamente i ritardi nei lavori grazie all’impegno di tutte le nostre persone, continuando a garantire il servizio essenziale di sicurezza energetica in tutti i territori nei quali operiamo. Nel contempo, è proseguito lo sviluppo in nuovi mercati, in particolare con l’ingresso nelle reti degli Emirati Arabi Uniti. Continuiamo a lavorare per rendere Snam sempre più protagonista della transizione energetica, più internazionale e vicina a tutti i suoi stakeholder”.
Sintesi dei risultati dei primi nove mesi del 2020
Ricavi totali
I ricavi totali ammontano a 2.032 milioni di euro, in aumento di 77 milioni di euro (+3,9%) rispetto ai primi nove mesi del 2019.
I ricavi regolati ammontano a 1.910 milioni di euro, in aumento di 30 milioni di euro, pari all’1,6%, grazie in particolare al contributo del settore trasporto. Al netto degli effetti derivanti dalla copertura degli energy costs, i ricavi regolati ammontano a 1.858 milioni di euro, in riduzione di 22 milioni di euro, pari all’1,2%. I maggiori ricavi dovuti principalmente ai meccanismi di aggiornamento tariffario e, in particolare, all’incremento della RAB, sono stati assorbiti dalla riduzione dei volumi trasportati a seguito dell’emergenza sanitaria da COVID-19, oltre che di una climatica più mite rispetto al 2019.
I ricavi dei nuovi business aumentano di 47 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi 2019 (+85,5%) grazie alla crescita delle commesse di impianti di biogas e biometano da parte della controllata IES Biogas, alle imprese entrate nel perimetro di consolidamento alla fine del 2019, all’avvio delle attività di efficienza energetica in ambito residenziale e alle vendite di compressori per la mobilità sostenibile.
Margine operativo lordo adjusted (EBITDA adjusted)
Il margine operativo lordo adjusted dei primi nove mesi del 2020 ammonta a 1.670 milioni di euro, in aumento di 9 milioni di euro, pari allo 0,5%, rispetto al corrispondente valore reported del 2019. Il positivo contributo dei nuovi business della transizione energetica, pari a oltre 5 milioni di euro, unitamente al riconoscimento in tariffa degli energy costs a partire dal 1 gennaio 2020 e alle azioni di riduzione dei costi attivate in seguito allo stato di emergenza sanitaria ad oggi in corso, hanno più che compensato la riduzione dei ricavi regolati a seguito dei minori volumi trasportati.
Utile operativo adjusted (EBIT adjusted)
L’utile operativo adjusted dei primi nove mesi del 2020 ammonta a 1.105 milioni di euro, in riduzione di 20 milioni di euro (-1,8%) rispetto al corrispondente valore reported del 2019, prevalentemente per il fisiologico incremento degli ammortamenti (-29 milioni di euro, pari al 5,4%), conseguente all’entrata in esercizio di nuovi asset.
Oneri finanziari netti
Gli oneri finanziari netti ammontano a 100 milioni di euro, in riduzione di 26 milioni di euro, pari al 20,6%, rispetto ai primi nove mesi del 2019. La riduzione è dovuta principalmente agli interventi di ottimizzazione della struttura finanziaria e di gestione della tesoreria, con un costo del debito lordo che si attesta allo 0,9%, nonostante il maggior indebitamento medio del periodo, influenzato dagli investimenti in partecipazioni, oltre che dal pagamento del dividendo agli azionisti e all’attività di share buyback. Sulla riduzione degli oneri finanziari netti ha, altresì, inciso il contributo pro-rata dallo Shareholder Loan di OLT.
I proventi netti da partecipazioni
I proventi netti da partecipazioni ammontano a 163 milioni di euro, in riduzione di 7 milioni di euro, pari al 4,1%, rispetto ai primi nove mesi del 2019, a seguito del minor contributo della partecipata Teréga, che nei primi nove mesi dello scorso anno aveva beneficiato di proventi non ricorrenti, e di Interconnector UK che, in linea con le previsioni, ha avuto minori impegni di capacità rispetto all’analogo periodo dello scorso anno. Tali effetti sono stati in parte compensati dal maggior contributo della partecipata TAG, a seguito di meccanismi di aggiornamento tariffario connessi al cambio di periodo regolatorio, oltre che al contributo di ADNOC Gas Pipelines, partecipazione acquisita nel mese di luglio 2020.
Utile netto adjusted
L’utile netto adjusted dei primi nove mesi del 2020 ammonta a 873 milioni di euro, in aumento di 6 milioni di euro, pari allo 0,7%, rispetto all’utile netto reported conseguito nei primi nove mesi del 2019 (867 milioni di euro), grazie all’ottimizzazione della struttura finanziaria e al solido contributo delle consociate, oltre che alla riduzione delle imposte sul reddito a seguito della reintroduzione del beneficio ACE.
Investimenti tecnici
Gli investimenti tecnici dei primi nove mesi del 2020 ammontano a 762 milioni di euro (650 milioni di euro nei primi nove mesi del 2019), in aumento di 112 milioni di euro, pari al 17,2%, nonostante il rallentamento causato dal COVID-19. Gli investimenti si riferiscono essenzialmente ai settori trasporto (634 milioni di euro rispetto a 556 milioni di euro nei primi nove mesi del 2019) e stoccaggio (91 milioni di euro rispetto a 77 milioni di euro nei primi nove mesi del 2019) di gas naturale. Sulla base delle informazioni ad oggi disponibili, si prevede un sostanziale recupero, entro la fine dell’anno, dei ritardi rispetto agli investimenti pianificati per il 2020.
Cash Flow
Il positivo flusso di cassa netto da attività operativa (1.335 milioni di euro) ha consentito di finanziare interamente gli investimenti tecnici netti di periodo (al netto dei debiti per investimenti), pari a 786 milioni di euro, e gli esborsi connessi all’acquisizione delle partecipazioni a controllo congiunto in OLT (335 milioni di euro, inclusi gli oneri accessori all’acquisto della partecipazione; 307 milioni di euro al netto dei rimborsi del periodo) e Iniziative Biometano (9 milioni di euro) oltre che all’acquisizione della quota in ADNOC Gas Pipelines (221 milioni di euro, inclusi gli oneri accessori), generando un Free Cash Flow di 10 milioni di euro. L’indebitamento finanziario netto al 30 settembre 2020 si è attestato a 12.805 milioni di euro, registrando un aumento di 882 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2019, incluse le componenti non monetarie, dovuto in gran parte al pagamento agli azionisti del dividendo 2019 e all’acquisto di azioni proprie (893 milioni di euro complessivamente).
Evoluzione prevedibile della gestione
In Italia, mediante Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri (DPCM) del 23 febbraio 2020 e successive modificazioni, sono state introdotte restrizioni volte al contenimento epidemiologico del COVID-19 e individuate misure per ostacolare la diffusione del contagio, anche attraverso limitazioni alle attività produttive, alla mobilità delle persone e alla socialità collettiva.
Snam, che ha intrapreso misure di protezione sin dallo scorso 21 febbraio, si è attrezzata per porre in atto tutte le iniziative necessarie a tutelare la sicurezza delle proprie persone, sia in ottemperanza alle restrizioni sia adottando ulteriori precauzioni.
Fin dai primi giorni Snam ha messo in sicurezza le sale di controllo, gli impianti e le sedi territoriali per garantire la normale operatività e la sicurezza energetica del Paese. In particolare, il dispacciamento di San Donato Milanese, cuore dell’infrastruttura di Snam, prosegue la normale attività grazie all’installazione di alloggi dedicati e all’implementazione di un nuovo sistema di turni.
La presenza fisica è stata ridotta al minimo indispensabile. Per quanto riguarda i cantieri e gli impianti, sono state adottate tutte le opportune misure di precauzione.
A partire dal mese di aprile le attività nei cantieri sono gradualmente riprese e quasi tutti fronti di lavoro progressivamente riattivati.
Dopo un rallentamento nei mesi estivi, la curva dei contagi è tornata a salire in diversi paesi, in particolare in Europa.
Pertanto, la società non è in grado, ad oggi, di determinare con attendibilità gli impatti derivanti dal COVID-19 sui target del 2020 e degli anni successivi.
Tuttavia, sulla base delle informazioni oggi disponibili, la società prevede un impatto limitato rispetto ai suoi obiettivi nel 2020. Eventuali ulteriori impatti futuri sulla performance economico/finanziaria e sulla situazione patrimoniale del Gruppo, nonché sui piani di sviluppo dei business, saranno valutati alla luce dell’evoluzione e della durata della pandemia.
La domanda di gas naturale in Italia nei primi nove mesi dell’anno si è attestata a 49,77 miliardi di metri cubi, in riduzione dell’8,5% (-4,59 miliardi di metri cubi) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il calo, oltre alle temperature più miti rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, è dovuto agli effetti sui consumi derivanti dalle restrizioni del periodo marzo-aprile e dal progressivo ritorno a regime della produzione industriale del periodo maggio-settembre. Si precisa che, sulla base dell’attuale quadro regolatorio, l’impatto massimo su base annua su Snam è stimato in una riduzione dei ricavi pari a circa 9 milioni di euro correlati alla componente commodity.
Nell’attuale scenario, la società prosegue nell’esecuzione del programma di efficienza, che ha già consentito risparmi pari a 60 milioni di euro rispetto alla base costi del 2016.
Per quanto riguarda la struttura finanziaria, l’ottimizzazione condotta negli ultimi anni ha portato una significativa riduzione del costo medio del debito lordo (pari allo 0,9% nei primi nove mesi rispetto all’1,1% del corrispondente periodo dello scorso anno) e le attività di risk management poste in essere limitano i rischi di impatti negativi di un potenziale peggioramento dello scenario di mercato sulla gestione finanziaria del Gruppo.
La gestione della società continuerà a garantire una remunerazione attrattiva e sostenibile agli azionisti, mantenendo una struttura finanziaria equilibrata.