Edward Snowden, l’ex spia che già fa aveva denunciato clamorose violazioni della privacy e la sorveglianza di massa compiuta pubblicamente grazie ai nuovi strumenti tecnologici ed informatici, ha rilasciato un’intervista in esclusiva al quotidiano britannico The Guardian, rivelando i rischi attuali, e come questi siano notevolmente aumentati e continueranno pericolosamente a crescere con l’avvento degli strumenti di intelligenza artificiale, attraverso i quali, le aziende big tech si approfitteranno sempre di più delle persone e delle loro debolezze per trarne profitti.
A giugno 2013, esattamente 10 anni fa, Snowden, ex agente della Cia, consegnò alla stampa alcuni documenti segreti che dimostravano l’utilizzo della tecnologia come arma per controllare la popolazione. Ora da Mosca, dove si trova rifugiato, torna a parlare con i giornalisti e si dichiara molto preoccupato dai pericoli oggi rappresentati dall’avanzamento dei meccanismi di controllo e riconoscimento che “fanno sembrare quelli del 2013 dei giochi da bambini“. “La storia si ripete” afferma l’ex spia e “Gli strumenti saranno sempre più intrusivi“.
Edward Snowden avverte “Sorveglianza di massa corrode la privacy”
Edward Snowden, intervistato dal Guardian in occasione del decimo anniversario delle sue clamorose rivelazioni sulle violazioni alla privacy dei cittadini, ora continua a parlare in merito alla pericolosità della tecnologia avanzata, soorattutto quella nel campo del controllo basato su AI. E afferma “Credevamo che le aziende non si approfittassero di noi, ma lo hanno sempre fatto e continueranno“, e aggiunge “Succederà di nuovo, la natura del potere funziona così“.
La sorveglianza riguarda tutti“, secondo l’ex agente della Cia “è un grande problema pubblico di tipo etico“, specialmente il fatto che senza chiedere il permesso siano stati introdotti sistemi di riconoscimento, soprattutto quello facciale, che “avranno l’obiettivo di tracciare e schedare i cittadini corrodendone la privacy“. Unica cosa positiva, secondo Snowden è stata l’introduzione della crittografia end-to-end, che garantisce una protezione che nel 2013 sembrava inarrivabile. E conclude con un avvertimento “Bisogna continuare a lottare duramente, per imporre alle aziende trasparenza sulle modalità di trattamento dei nostri dati“.