Secondo una ricerca di Demoskopika, sono circa 1,1 milioni gli italiani che hanno meno di 35 anni e ad alto rischio di dipendenza dai social. Questo quanto si legge sul quotidiano Il Messaggero, sottolineando che la fascia più a rischio sia quella che va dai 18 ai 23 anni, il 38% del totale, con i 24-29enni in seconda posizione, e infine i 30-35enni. Instagram è il social più utilizzato, 76,9 per cento, seguito da Tiktok a quota 67,3 per cento, mentre il 90,4 per cento dei ragazzi intervistati ammette di usare WhatsApp tutti i giorni.
L’indagine di Demoskopika parla di High Addiction per descrivere quei giovani che presentano un livello di attaccamento patologico alle piattaforme e che manifestano quindi tutti i classici sintomi di dipendenza, come ad esempio il bisogno ossessivo di consultare i propri canali, ma anche le notifiche e gli aggiornamenti, fino ad uno stato di ansia e irritabilità in caso di mancato utilizzo. «I dati rilevati confermano una preoccupazione crescente sui rischi comportamentali legati all’utilizzo pervasivo dei social», le parole del presidente di Demoskopika, Raffaele Rio.
SOCIAL, 1,1 MILIONI DI ITALIANI DIPENDENTI: “SERVE CAMPAGNA DI COMUNICAZIONE CAPILLARE”
E anche gli stessi giovani sono consapevoli di quanto siano dipendenti dai social visto che un report di Social Warning, spiega che più della metà dei 20mila studenti italiani nella fascia 11-18 anni coinvolti nella ricerca, vorrebbe limitare l’uso dei propri dispositivi. Il 66,9 per cento afferma di non avere alcuna supervisione da parte dei genitori, e per cercare di far fronte a quella che sta divenendo una vera e propria emergenza c’è chi invoca le istituzioni: «La politica – spiega ancora Rio – non sembra particolarmente attenta e non riesce a individuare misure concrete per arginare il “lato oscuro della Rete”».
E ancora: «Serve avviare una capillare campagna di comunicazione della Presidenza del Consiglio», campagna finalizzata a promuovere, specialmente tra i ragazzi, una «cultura digitale più consapevole» che metta in guardia gli stessi sui potenziali rischi. C’è poi tutta una serie di pericoli che si nasconde dietro i social, leggasi fenomeni di bullismo, ma anche hate speech, minacce e contenuti violenti a cui spesso anche i più giovani sono totalmente esposti senza alcuna difesa ne barriera.
SOCIAL, 1,1 MILIONI DI ITALIANI DIPENDENTI: COME SI PROTEGGONO
C’è comunque da dire che nel contempo sono diversi i ragazzi che hanno deciso di attivarsi per auto proteggersi, visto che il 73 per cento dichiara di non condividere info sensibili, il 61 verifica le richieste di amicizia, il 58 utilizza strumenti di blocco di utenti o rimozione follower, ed inoltre più della metà dei teenager mette il proprio account privato, mentre il 39 sceglie di attivare uno o più filtri.
Da segnalare infine, in tale contesto, le forti dichiarazioni del sindaco di New York, Eric Adams, che ha definito i social «una tossina ambientale», aggiungendo che «Big Tech monetizza sulla privacy dei nostri figli, mettendo a rischio la loro salute mentale» e spiegando di voler trattare social come un «pericolo per la salute pubblica» alla stregua di «tabacco e pistole». A breve dovrebbero arrivare i primi provvedimenti.