Finalmente il ritorno alla social card è stato confermato con la sua entrata in Gazzetta Ufficiale. I nuclei familiari con un reddito ISEE basso (uguale o inferiore a 15.000€) riceveranno autonomamente la carta che gli verrà assegnata dal Comune di riferimento.

I Comuni italiani saranno in collaborazione con l’INPS in modo tale da velocizzare gli iter burocratici e distribuire le carte in modo mirato. L’unico caso in cui si potrà perdere il beneficio è nel caso in cui la situazione economica dovesse cambiare (anche di un solo componente del nucleo).



Social card fino a 500€: spese e limiti imposti

Quest’anno la social card avrà un importo superiore (500 euro) rispetto agli anni passati L’incremento favorirà le famiglie italiane che oggigiorno si trovano in estrema difficoltà. Ma quali sono i limiti previsti? E quali invece le spese ammesse?

Le spese ammissibili nei 500 euro rientrano come beni di prima necessità, e dunque prevalentemente riguardanti gli alimentari. Tra i costi non previsti rientrano ad esempio le bevande alcoliche oppure i prodotti non essenziali tipo i detersivi.



La normativa che regolamenta l’indennità ha un limite temporale da rispettare: i beneficiari dovranno attivare la social card (con un primo acquisto) entro il 16 dicembre 2024 e spendere i fondi entro il 28 febbraio del 2025.

Finanziamenti e famiglie escluse

Per la Social Card Dedicate a Te il Governo ha stanziato 600 milioni di euro che finiranno nelle tasche di 1,3 milioni di nuclei familiari con un reddito ISEE basso. Naturalmente la concessione varrà a patto che nessun componente del nucleo in questione percepisca ulteriori indennità.

Tra le esclusioni previste rientrano coloro che godono di fondi per l’integrazione al reddito, di una indennità di mobilità, della cassa integrazione guadagni o di qualunque altra forma di integrazione salariale per disoccupazione involontaria.



Ribadiamo che per ottenere la carta sociale non va fatta nessuna domanda in quanto l’erogazione è totalmente automatica e con responsabilità dei Comuni italiani e dell’INPS.